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domenica 20 novembre 2016

Referendum, il voto estero è nel caos

Cari amici ed amiche,

come riporta un articolo scritto da Massimo Malpica su "Il Giornale",  ci sono intoppi per il voto estero del referendum che qui da noi si farà il 4 dicembre.
Vi riporto un pezzo dell'articolo:


"I dubbi sulla sicurezza e segretezza del voto espresso dagli italiani all'estero rimbalzano su media e social network.

I nostri connazionali si trovano nella cassetta della posta la lettera spedita dal premier, Matteo Renzi, e pure il kit per il voto mandato dall'ambasciata. Istruzioni, la scheda non timbrata, buste preaffrancate. Come previsto da un sistema che non sembra impeccabile. Tanto che in molti scrivono, anche al Giornale, per avere chiarimenti, esprimere dubbi e sperare in rassicurazioni. Gli incerti potrebbero rivolgersi al proprio consolato per chiedere lumi. Ma forse non otterrebbero molte risposte. Ci abbiamo provato noi, non è andata benissimo.

Il primo tentativo lo facciamo con Berlino. Dopo una trentina di secondi di squilli a vuoto ci risponde una voce registrata, estremamente flemmatica, che ci informa sulle competenze territoriali della cancelleria consolare e rimanda, per altre informazioni, sul sito web del consolato (che offre un link con informazioni istituzionali sul referendum), prima di offrire una serie di opzioni. Premiamo il tasto sei per «assistenza». La voce diventa tedesca, pronuncia un numero e poi conclude perentoria: auf wiedersehen. Arrivederci, Berlino, anche se sulle modalità del voto non ci hai detto molto. Proviamo con Londra, sempre di buon mattino. Purtroppo però, apprendiamo dal sito web, gli uffici del consolato londinese rispondono al telefono solo per 3 ore a settimana, ossia dalle 15 alle 16.30 il martedì e il giovedì. Se è venerdì tocca aspettare. Oppure pagare"
.

Posto il fatto che il voto estero non sia da abolire (gli italiani all'estero che hanno la cittadinanza italiana o la doppia cittadinanza debbono votare perché è un loro diritto) io penso che serva un grosso cambiamento.
A mio giudizio serve una commissione parlare ad hoc (magari presieduta da un esponente dell'opposizione) che monitori il voto estero in tutto il suo iter.
Per esempio, ogni cittadino italiano all'estero deve ricevere il materiale per votare in regola.
Purtroppo, ad oggi non è sempre stato così.
Per esempio, un'italiana residente a Praga ha denunciato di avere ricevuto due plichi identici di materiale per il voto.
Con un passaggio importante come il voto non si scherza.
Cordiali saluti.

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