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sabato 26 novembre 2016

Con la vittoria del "Sì" il Senato sarà un feudo del Partito Democratico

Cari amici ed amiche,

come riporta il quotidiano "Il Giornale" questa "riforma" che noi voteremo il 4 dicembre al referendum rischia di fare diventare il Senato un feudo del Partito Democratico.
Riporto un pezzo dell'articolo in questione:

"Poi dice che uno si butta sul populismo. Per meglio dire: sul «popolo sovrano» (articolo 1 Costituzione vigente).
Ma che razza di Senato sarà quello che potrebbe sbocciare, absit iniuria verbis, all'alba del 5 dicembre con la vittoria del «Sì» a Renzi e Boschi? Di sicuro ognuno dei cento neo-senatori non sarebbe più rappresentante della Nazione (art. 67 Carta vigente), bensì: 95 delle «istituzioni territoriali» e i restanti cinque, nominati dal presidente della Repubblica, non si sa di chi o di che cosa. Univoco il parere dei cultori del diritto: non rappresenterebbero più il «Popolo sovrano» (qualsiasi cosa di teorico o concreto il termine oggi possa significare), ma di enti chiusi, pura espressione di «casta» politica, che si tratti del Consiglio regionale, comunale o della presidenza della Repubblica. In definitiva, rappresenterebbero chi detiene la titolarità della loro nomina (il capo del partito, forse?).".

In poche parole, ad oggi, la stragrande maggioranza dei Consigli regionali e dei Consigli comunali è completamente in mano a Giunte con a capo il Partito Democratico.
Facendo due conti, il Partito Democratico avrebbe il 55 senatori su 100, a cui si dovrebbero aggiungere i tre senatori autonomisti trentini, altoatesini e valdostani che sono alleati dello stesso Partito Democratico.
Ricordo che nelle Regioni e in molti Comuni il Partito Democratico governa con liste civiche e in coalizioni.
Quindi, la reale rappresentanza nel Paese del Partito Democratico rispetto al numero di senatori che avrebbe sarebbe di molto inferiore.
Alle elezioni politiche del 2013, il Partito Democratico aveva preso solo il 29%.
Alle elezioni europee del 2014, il Partito Democratico aveva preso sì il 40% ma con una percentuale di votanti pari al 58%.
Ergo, l'affluenza alle elezioni del 2014 è stata pari al 58% contro quella alle elezioni del 2013 che invece è stata pari al 75,18%.
Con una maggiore astensione, il Partito Democratico è sempre più favorito. L'elettorato di centrosinistra vota di più perché è più indottrinato. 
Guarda caso, alle elezioni di carattere nazionale, l'affluenza è più alta ed il centrodestra tende ad essere avvantaggiato.
Invece, alle elezioni locali (come quelle comunali e regionali) e (in qualche caso) a quelle europee l'affluenza scende ed è favorito il Partito Democratico.
Altro che democrazia: con la vittoria del "Sì", noi rischiamo di avere un Senato perennemente in mano al Partito Democratico.
Questo sarà un problema, se si verificherà.
Cordiali saluti. 



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