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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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martedì 22 novembre 2016

Il reato di diffamazione va rivisto

Cari amici ed amiche,

leggete un articolo del sito del Centro Meteo Italiano che è intitolato "Facebook, gli insulti sulla bacheca sono considerati diffamazione aggravata".
L'articolo riporta che anche gli insulti su Facebook possono essere considerati diffamazione.
La Corte di Cassazione ha stabilito che "la diffusione di un messaggio diffamatorio attraverso l'uso della bacheca di Facebook integra un'ipotesi di diffamazione aggravata poiché potenzialmente ha la capacità di raggiungere un numero indeterminato di persone".
La Corte di Cassazione ha condannato una persona a pagare una multa di 1500 perché apostrofava altri con termini come "verme" e "parassita".
Ora, io sono sempre dell'idea che la legge sul reato di diffamazione qui in Italia sia troppo restrittiva e (per certi versi) illiberale.
Per esempio, negli USA, la legge perché ci sia il reato di diffamazione ci debbono essere due condizioni: il carattere diffamatorio della notizia pubblicata e la consapevolezza del carattere diffamatorio di colui che pubblica tale notizia.
La legge americana è giusta?
Direi di sì.
Qui in Italia, invece, la legge sul reato di diffamazione è restrittiva.
Si può denunciare a qualsiasi condizione.
Questa legge (su cui ha messo mano il Governo Renzi nel 2015) sembra una legge più della Corea del Nord che quella non di un Paese occidentale.
La nostra democrazia è a rischio.
Cordiali saluti.






10 commenti:

  1. le solite esagerazioni italiane che mirano a linmitare la libertà di espressione del pensiero

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  2. Per la verità anche da noi è così: se c'è diffamazione vuol dire che la notizia è appunto diffamatoria e cioè che offende l'onore e la reputazione di una persona. Cioè, appunto, come nel caso di scrivere verme ecc su una bacheca. Altrimenti di che si viene accusati, scusami?!
    E ci vuole anche la consapevolezza di diffamare, dato che il reato è solo doloso (volizione dell'offesa all'onore e alla reputazione) e non già colposo. Se c'è colpa e cioè se si offende ma ce se ne rende conto, il reato non esiste.

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  3. Negli USA la diffamazione è "the communication of a statement that makes a false claim, expressively stated or implied to be factual, that may harm the reputation of an individual, business, product, group, government or nation" ovvero dire qualcosa di falso e di dannoso per la reputazione altrui, spacciandolo per un dato di fatto. Chi dice il vero, o esprime opinioni personali, non fatti, non può essere condannato per diffamazione.
    Qui in Italia si può essere messi sotto accusa anche se si dice il vero.
    La legge sulla diffamazione va cambiata.

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  4. La materia è molto complessa, ma in realtà è la politica che non la vuole modificare. Ciò per proteggere se stessa attraverso la minaccia di risarcimenti milionari ai giornalisti che si muovono sulla labile linea di confine del lecito/illecito.
    Non a caso nemmeno berlusconi la cambiò. Sul punto sono tutti uguali.

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  5. Sono in parte d'accordo.
    Che certa politica non voglia modificare la legge sul reato di diffamazione per "proteggersi dalla stampa ostile" è vero.
    Riguardo a Berlusconi, vorrei ricordare che in maggioranza ha avuto forze che un po' gli hanno remato contro.

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  6. Eh no eh, si ricordi che berlusconi auspicò il carcere per i giornalisti che avrebbero pubblicato illegittimamente intercettazioni telefoniche. Ciò è una questione solo in parte diversa da quella di cui stiamo parlando, dato che comunque si inserisce nel filone di sproporzionata autotutela della politica dall'attività giornalistica. Prevedere il carcere dei giornalisti non è mai bella cosa, dunque anche quella di berlusconi era una legge illiberale. Sul punto, senza colori politici di distinzione, sono tutti uguali!

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  7. Un cosa è l'intercettazione un'altra è la diffamazione. Non mischiamo le cose.

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  8. al signor Biondi farebbe4 molto piacere che le sue conversazioni telefoniche venissero tutte ascoltate e pubblicate sui giornali italiani e stranieri? Questa per lui è libertà? Per me è invasione della privacy che ha luogo solo nei regimi autoritari, e chi si permettesse si farlo con chiunque sarebbe inquisito dalla magistratura, persino un'unica interecettazione fra una conversazione fra Fassino e Consorte, solo poche poarole pubblicata su Il Giornale è costata una condanna all'editore Paolo Berlusconi e credo pure allo stesso Berlusconi
    Il suo antiberlusconismo è un po' troppo spinto, perchè la legge sarebbe giusta ma purtroppo non è stata fatta, forse se al Referendum Renzi vincerà verrà fatta da l ui

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".