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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 26 novembre 2016

Nessun governo tecnico

Cari amici ed amiche,

vi invito a leggere l'articolo di Keyser Soze su "Panorama" che è intitolato "Nessun salvagente per il premier".

Keyser Soze è un uomo delle istituzioni che da mesi su "Panorama" racconta la politica, dal di dentro. Lo pseudonimo è preso dal film "I soliti sospetti".
E' la persona giusta per raccontare un'Italia la cui realtà spesso, travalica spesso l'immaginazione.
Ora, a destra e nella Lega Nord c'è chi insinua l'ipotesi secondo cui se vincesse il "No" al referendum che ci sarà il 4 dicembre si andrebbe verso un Governo tecnico tipo quello di Mario Monti (2011-2013).
Non sarà così.
Stando a quanto scritto da Soze, Il premier Matteo Renzi resterà dov'è ed il centrodestra non deve farsi irretire.
Ora, in caso di vittoria del "No", non ci saranno Governi tecnici.
Il presidente Berlusconi ha detto ai suoi: "Non esiste! Noi possiamo trattare la legge elettorale ma non ci faremo coinvolgere in nessun governo".
Del resto, il presidente Berlusconi sa già che fare accordi con Renzi non conviene.
Anche con una vittoria del "No", quest'ultimo non perderebbe la maggioranza in Parlamento, anche perché i vari "poltronisti" (come Angelino Alfano e soci) sarebbero pronti a farsi fucilare (citazione del succitato articolo) pur di restare al governo.
Così, il premier dovrà porsi il problema: andare avanti o meno.
Anche perché nell'"accozzaglia" che costituisce il fronte del "Sì" al referendum vi è il vero "padrino" della "riforma" di Renzi e uomo dei governi "Monti style".
Sto parlando dell'ex-presidente della Repubblica Giorgia Napolitano.
La dottrina del "governo che serve a calmare i mercati" (una minaccia che Napolitano è tornato ad usare per auspicare la vittoria del "Sì") è sua.
Ricordiamoci di ciò che accadde nel 2011.
Tra l'altro, stando all'articolo di Soze,  anche se in privato, pare che lo stesso Napolitano abbia preso le distanze dallo stesso Renzi, dicendo che quest'ultimo "ha sbagliato tutto".
A questo punto, il referendum sarà uno spartiacque.
Se vincerà il "Sì", Renzi uscirà rafforzato e nessuno potrà fermarlo.
Se vincerà il "No", Renzi sarà indebolito.
Con un Renzi meno forte, Alfano non potrebbe garantire quei transfughi che hanno lasciato Forza Italia per approdare all'arcipelago "renziano" e questi ultimi se ne sono resi conto e potrebbero fare il viaggio a ritroso.
I più avveduti (tra cui qualche decina di senatori) hanno capito che l'alternativa a trovarsi delle porte chiuse è cambiare schieramento, abbracciando le ragioni del "No".
Se così stanno, stando all'articolo di Soze, le insinuazioni leghiste e della destra sulle intenzioni dei moderati tentati dal Governo non trovano conferma.
Anzi, rischiano di essere controproducenti.
Se vincerà il "No", la strada per il centrodestra sarà spianata.
Dopo che sarà fatta una nuova legge elettorale, si andrà a votare.
Il centrodestra dovrà superare i personalismi interni e cercare di proporre uno schieramento unito e coeso, per dare all'Italia un'alternativa vera a questo Partito Democratico e al Movimento 5 Stelle.
Cordiali saluti.

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".