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lunedì 28 novembre 2016

Alcune domande a Flavio Tosi

Egregio signor sindaco Tosi,

vorrei porre una domanda a lei, che oggi difende tanto la "riforma" costituzionale di Matteo Renzi che sarà votata nel referendum del 4 dicembre.
Lei amministra quella bella città che è Verona.
Lei è diventato sindaco di Verona con la Lega Nord ed oggi ha rotto con essa, mettendosi con quelle forze che si dicono di centrodestra ma che di fatto fanno da gruccia al centrosinistra.
Comunque, non è questo l'argomento.
Lei ha affermato che questa "riforma" è simile a quella proposta nel 2005 dall'allora coalizione di centrodestra (che era al governo) e che poi fu bocciata con un referendum nel 2006.
Ora, le voglio porre questa domanda: se questa "riforma" somiglia tanto a quella fatta dal centrodestra nel 2005, come mai che all'epoca l'attuale premier Matteo Renzi (che allora era presidente della Provincia di Firenze) si mosse per il "No"?
Inoltre, lei ha letto bene il testo della "riforma"?
Essa toglierà poteri alle Regioni a statuto ordinario ma manterrà i privilegi delle Regioni a statuto speciale, le quali però potrebbero non avere i rappresentanti nel nuovo Senato perché i loro statuti parlano di incompatibilità tra la carica di consigliere regionale e quella di senatore.
Va detta anche un'altra cosa.
Che il premier Matteo Renzi abbia voluto farsi una "riforma" su misura è vero. Ammettiamolo.
Pensiamo al Senato, che con le Regioni in mano ad amministrazioni con a capo il Partito Democratico, rischia di diventare un feudo del centrosinistra.
Se passasse la "riforma", a nominare i senatori sarebbero i Consigli regionali.
Inoltre, con una legge elettorale che prevede il premio di maggioranza alla lista ed il ballottaggio, il Partito Democratico potrebbe vincere anche alla Camera dei Deputati.
Nei ballottaggi l'affluenza alle urne si abbassa e con l'affluenza bassa il centrosinistra è favorito.
Quindi, noi avremmo un centrosinistra padrone di tutto l'arco costituzionale anche senza un reale consenso da parte del popolo.
Sarebbe una dittatura.
Questo è il pensiero del presidente Berlusconi ed io sono d'accordo ma voglio andare oltre.
E' vero quello che dice il presidente Berlusconi ma è vero anche che questa "riforma" non porterà la governabilità.
Infatti, se vincesse il "Sì", un parlamentare potrebbe cambiare partito come fa oggi, poiché la "riforma" non prevede vincolo di mandato.
Quindi, o ci sarebbe una dittatura o ci sarebbe un gran casino.
Spero che lei abbia capito.
Cordiali saluti.

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