Presentazione

Presentazione
Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

martedì 29 novembre 2016

La questione dei dialetti, una risposta ad un mio amico di Roncoferraro



Cari amici ed amiche,

su Facebook, un mio amico compaesano di Roncoferraro (Mantova) ha scritto:


"Lingua siciliana insegnata nelle scuole. …
Il Parlamento della Regione Sicilia ha approvato il 18 maggio 2011 la norma che rende obbligatorio l'insegnamento della lingua siciliana alle elementari, nelle medie e negli istituti superiori. La cosa…
".

Ora, questo mio amico (molto legato alle tradizioni locali) vorrebbe che il dialetto mantovano (e dell'area roncoferrarese in particolare) fosse valorizzato.
Personalmente, io sono per la difesa dei dialetti, che sono di fatto vere e proprie lingue, come nel caso del siciliano.
Ricordo che ho la fortuna di conoscere almeno in parte la lingua siciliana essendo di origini siciliane per parte di madre.
La Sicilia è la mia seconda terra e visto che questo mio amico compaesano (che conosco dal vivo) ha toccato l'argomento, dico la mia. 
Ora, i dialetti (o le lingue regionali) sono un patrimonio molto importante nel background culturale del nostro Paese.
Lo è il siciliano come lo sono il lombardo, il veneto, il laziale e qualsiasi altra parlata di qualsiasi altra regione italiana.
Però, qui vi è un problema: la Sicilia può permettersi di fare corsi di siciliano nelle scuole perché è una Regione a statuto speciale e può disporre di più fondi, dato che (per suo statuto) può tenersi più soldi.
La Lombardia, di cui la Provincia di Mantova e Roncoferraro fanno parte, non ha questo statuto e deve dare una certa quota allo Stato.
Secondo un articolo de "Il Giornale", il quale riporta i dati della CGIA di Mestre, la Lombardia registra un residuo fiscale annuo positivo pari a 53,9 miliardi di Euro, che in valore pro-capite è pari a 5.511 Euro. Questo vuol dire che ogni cittadino lombardo (neonati e ultracentenari compresi) dà in solidarietà al resto del Paese oltre 5.500 Euro all'anno.
Le Regioni a statuto ordinario del Nord (tra le quali vi è la Lombardia) danno oltre 100 miliardi di Euro all'anno come contributo di solidarietà al resto del Paese, in base ai dettami del Patto di Stabilità.
L'articolo in questione risale al 2015.
La Sicilia, invece, è una Regione a statuto speciale.
Essa ha più autonomia e (legittimamente) può tenersi molti più soldi delle sue tasse interne.
Ora, questa disparità tra Regioni resterebbe anche se vincesse il "Sì" al referendum del 4 dicembre.
Anzi, peggiorerebbe perché le Regioni a statuto ordinario perderebbero molta della loro autonomia, che già è risibile rispetto a quelle di Regioni come Trentino-Alto Adige e Sicilia, mentre quelle a statuto speciale (tra le quali vi sono le due prima citate) continuerebbero ad avere la loro situazione privilegiata a livello di autonomia, anche se (paradossalmente) rischierebbero di non avere i rappresentanti in Senato, dato che i loro statuti parlano di incompatibilità tra la carica di consigliere regionale e quella di senatore.
Insomma, se passasse il "Sì" al referendum, non solo qui in Lombardia non ci si potrebbero permettere i corsi di lombardo ma non sarebbe gestibile nemmeno la sanità.
Per esempio, si dovrebbero alzare i ticket.
Tenete conto del fatto che qui in Lombardia la vita costi molto di più che in Sicilia e che anche qui in Lombardia ci siano molti poveri...ed il disastro sarà dietro l'angolo.
Per questo, io voterò "No" a questa "riforma" che, se fosse implementata, non porterebbe quell'equo federalismo.
Cordiali saluti. 


Nessun commento:

Posta un commento

Translate

Continuiamo insieme per Roncoferraro

Ieri sono stato alla convention della lista Continuiamo insieme per Roncoferraro , la lista che sostiene l'attuale sindaco di Roncoferr...