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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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lunedì 28 novembre 2016

Il referendum rischia di saltare?

Cari amici ed amiche,

come riporta "Il Giornale", il referendum con cui si voterà la "riforma" costituzionale voluta da Renzi potrebbe saltare.

In queste ore i legali dei comitati che sostengono il "No" si stanno preparando a depositare un reclamo formale contro la decisione del tribunale di Milano che il 10 novembre scorso aveva respinto l'istanza di bloccare il referendum per sospetto di illegittimità costituzionale del quesito stampato sulle schede. Il provvedimento era stato emesso dalla giudice Loreta Dorigo, della prima sezione civile. Ora in base all'articolo 699 del codice di procedura civile, a dover affrontare il reclamo degli "antiriforma" sarà un collegio di tre giudici, di cui la Dorigo non potrà fare parte.
Questa è una mossa a sorpresa fatta da Valerio Onida - ex presidente della Corte Costituzionale - e dagli altri fautori del "No" che avevano presentato il ricorso alla magistratura milanese. Poche ore dopo la bocciatura del 30 novembre, Onida aveva annunciato la sua intenzione di ricorrere in Cassazione, ma era chiaro che in ogni caso i tempi non sarebbero stati sufficienti a bloccare le operazioni di voto. Invece, stando a quanto si apprende negli ambienti dei promotori, è stata scelta un'altra strada: il reclamo, per l'appunto, con una nuova richiesta di intervento d'urgenza. Ma è chiaro che tutto ormai si gioca sul filo delle ore. Già domattina potrebbe essere la presidente della prima sezione civile, Paola Gandolfi, a dover fissare una udienza in tempi strettissimi per affrontare il reclamo del "No".
Che il quesito referendario sia ingannevole è sotto gli occhi di tutti.
Esso recita:

"Approvate il testo della legge costituzionale concernente "disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione", approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?".

Basterebbe fare un referendum con due quesiti: uno riguardo alla riforma delle istituzioni (che è il nocciolo della situazione) ed uno riguardo all'abolizione del CNEL, 
Sull'abolizione del CNEL (Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro) c'è una larga condivisione, anche di molti che sostengono il "No".  Io sono più che favorevole all'abolizione del CNEL.
Il problema è tutto il resto.
In pratica, nell'unico quesito referendario sono stati messi insieme una cosa buona (l'abolizione del CNEL) ed enorme un mare di schifezze, perché tutto il resto della "riforma" costituzionale di Renzi è un disastro che non porterà nessuna governabilità (per mancanza del vincolo di mandato), creerà disparità tra le Regioni a statuto ordinario (che perderanno i loro poteri) e quelle a statuto speciale (che manterranno quei privilegi fiscali garantiti dalle loro autonomie), toglierà la rappresentanza in Senato alle Regioni a statuto speciale (per l'incompatibilità tra la carica di consigliere regionale e quella di senatore sancita dagli statuti di quelle Regioni), toglierà ai cittadini la possibilità di eleggere i senatori, non abolirà (di fatto) il bicameralismo perfetto, favorirà l'approvazione di quelle pessime politiche di questa Unione Europea qui in Italia, abolirà i senatori eletti all'estero e metterà a rischio la stessa democrazia, perché un partito che prenderà solo il 20% dei voti potrà dettare legge come un partito con una piena maggioranza di voti.
Chi voterà "Sì" rischierà di approvare quell'unica cosa buona (per l'appunto l'abolizione del CNEL) e quel mare di schifezze (tutto il resto).
Si dovrebbe separare la parte inerente all'abolizione del CNEL da tutto il resto.
Così, un cittadino potrebbe dire "Sì" ad una cosa e "No" all'altra.
Il quesito è la dimostrazione lampante del fatto che il referendum sia stato concepito dal premier Matteo Renzi come un plebiscito sulla sua figura e non come un provvedimento per il nostro Paese.
Questa è la dimostrazione delle pericolosità dell'operato politico di Renzi.
Cordiali saluti.



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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".