è accaduto a Telgate, in Provincia di Bergamo.
Il sindaco Fabrizio Sala (della Lega Nord) ha invitato i cittadini a votare "No" al referendum che ci sarà domenica, inviando a loro una lettera. Il prefetto di Bergamo l'ha richiamato.
Il prefetto era stato allertato da un esposto del capo dell'opposizione di centrosinistra in Consiglio comunale
Il prefetto del capoluogo orobico ha ricordato a Sala (nella foto) come, dopo la convocazione ufficiale dei comizi, alle pubbliche amministrazioni sia fatto divieto di svolgere attività di comunicazione. Il sindaco però non ha perso tempo a respingere l'accusa al mittente, ricordando come la lettera in questione sia stata "scritta, stampata e distribuita" a proprie spese.
Al prefetto di Bergamo vorrei ricordare che c'è un signore (un gran chiacchierone) originario di Rignano sull'Arno (in Provincia di Firenze) che è premier e che gira per il nostro Paese e che manda le lettere agli italiani all'estero per fare campagna elettorale per il "Sì". Sto parlando di Matteo Renzi.
Mi risulta che anche il premier faccia parte delle pubbliche amministrazioni.
A Renzi è permesso tutto?
Ma fatemi il piacere!
Anzi, visto e considerato, se avessi davanti Renzi, gli chiederei se il viaggio della ministra delle Riforme Maria Elena Boschi a Montevideo (per convincere gli italiani residenti in Uruguay a votare "Sì") sia stato pagato con soldi pubblici o con soldi dei comitati del "Sì".
Lo stesso dicasi per i viaggi che egli stesso fa con cui si fa propaganda per il "Sì" siano pagati con soldi dei comitati per il "Sì" o con soldi pubblici.
Se ha ragione il prefetto di Bergamo ha torto Renzi.
Cordiali saluti.
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