Cari amici ed amiche,
ringrazio l'amico e collaboratore Angelo Fazio che mi ha portato all'attenzione questa foto con queste parole dello storico Andrea Morigi su Che Guevara:
"(La storia, infatti, ci presenta piuttosto la figura di un personaggio del tutto diverso da quello che emerge) in quella specie di anniversario perpetuo che le librerie italiane impongono ai loro clienti, mettendo in vendita senza soluzione di continuità pubblicazioni agiografiche e prive di qualsiasi apparato critico”.
Ringrazio Angelo.
Personalmente, io sono ferocemente anticomunista.
Anzi, lo dico apertamente: io odio l'ideologia comunista.
Sia chiaro, non odio le persone. Ho sempre rispettato tutti e rispetto tutti.
Da cristiano cattolico praticante, io dico che è bene condannare il peccato e perdonare il peccatore.
Ma l'ideologia comunista è per me detestabile.
Io sono solito dire di essere anticomunista come re Cristiano III di Danimarca era anticattolico.
In primis, l'ideologia comunista mi risulta detestabile per ragioni familiari.
Un mio prozio venne lasciato morire in Russia, per colpa di quel Palmiro Togliatti (il quale si vergognava di essere italiano e si sentiva orgoglioso della sua cittadinanza sovietica) che non fece nulla per salvare gli italiani mandati in Russia a combattere dai fascisti.
In secundis, l'ideologia comunista mi è detestabile perché si fonda sull'odio verso la famiglia, la Chiesa e la religione, la proprietà privata, la libera coscienza e la libera impresa.
Sia chiaro, io condanno anche il nazismo ed anche molti aspetti del fascismo.
Anzi, comunismo, nazismo e fascismo hanno molte affinità. La prima di tutte è il totalitarismo.
Purtroppo, qui in Italia si è sviluppata una certa "egemonia culturale" del comunismo.
In "nome dell'antifascismo", si è permesso al comunismo di farsi strada nel mondo della cultura e non solo.
Così si è creata una "storiografia" che di fatto è propaganda, una storiografia che parla dei crimini dei nazisti (di cui, per carità di Dio, si deve parlare perché furono gravissimi ed ignominosi) mentre si omettono quelli dei comunisti.
Il caso di Che Guevara e di Fidel Castro è uno di questi.
Riguardo a ciò. vi riporto un pezzo importante dell'articolo del blog "Note di Coscienza" :
"In Argentina, dove Ernesto Guevara nacque nel 1928, tra i giovani è diventato un modo di dire: «Tiengo una remera del Che y no sé por qué». Vuol dire: «Ho una maglietta del Che, ma non so per quale motivo», è caratteristico per i seguaci di un culto non di conoscere la vita reale del loro eroe, la vera storia.
Il Che diventò una icona, un mito , per quasi tutti fu il difensore dei deboli e degli oppressi, ma non tutti sanno che El Che fu anche un sanguinario assassino; l’eroe dei “diseredati” ebbe un ruolo fondamentale nella costruzione dei campi di lavoro forzato di Guanahcabibes, dove finirono i cittadini che si erano macchiati di “gravi crimini contro la morale rivoluzionaria”, ovvero religiosi, ribelli non politici e omosessuali e “pervertiti” ( concetto molto vago). Sulle porte dei campi di lavoro c’era una scritta eloquente: ” Il lavoro vi renderà uomini”.
Da anni, il progetto Cuba Archive sta facendo il conto delle vittime della rivoluzione cubana, per le quali esista conferma da parte di almeno due fonti indipendenti e alle quali sia possibile attribuire un nome.
Quattordici nemici, o presunti tali, furono eliminati dal comandante, direttamente o su suo ordine, in Sierra Maestra, durante la guerriglia contro gli uomini di Fulgencio Batista, tra il 1957 e il 1958. Dal 1 al 3 gennaio del 1959, appena catturata la cittadina di Santa Clara, mandò a morte altre 23 persone. Ma il grosso del sangue il futuro idolo dei pacifisti lo versò in qualità di comandante della Cabaña, la fortezza dell’Havana adibita a prigione. Tra il 3 gennaio e il 26 novembre del 1959 sono attribuite a Guevara ben 164 esecuzioni. Vista la metodologia dell’indagine, si tratta di numeri necessariamente approssimati per difetto: altre fonti parlano di almeno quattrocento uccisioni solo nel carcere dell’Havana.
Javier Arzuaga, il cappellano basco che a La Cabaña era incaricato di confortare i condannati a morte, ha raccontato quei mesi da incubo ad Alvaro Vargas Llosa (“Il mito Che Guevara e il futuro della libertà” pubblicato in Italia da Lindau): «c’erano circa ottocento prigionieri in uno spazio adatto per non più di trecento persone: personale militare e di polizia di Batista, alcuni giornalisti, alcuni uomini d’affari e commercianti. Il tribunale rivoluzionario era composto da uomini della milizia. Che Guevara presidiava la corte d’appello. Egli non modificò mai una sentenza. Io visitai quelli del braccio della morte. Girava la voce che io ipnotizzavo i prigionieri perché rimanessero calmi, così il Che ordinò che io fossi presente alle esecuzioni. Dopo che io lasciai l’incarico a maggio, vennero giustiziate molte più persone, ma io personalmente fui testimone di cinquantacinque esecuzioni. C’era un Americano, Herman Marks, che dava l’idea di un criminale. Noi lo chiamavamo “Il Macellaio” perché godeva nel dare l’ordine di sparare. Io supplicai molte volte il Che a nome dei prigionieri. Ricordo particolarmente il caso di Ariel Lima, un ragazzo. Il Che non si mosse. Né lo fece Fidel a cui andai a fare visita. Fui così traumatizzato che alla fine di maggio di quell’anno mi fu ordinato di lasciare il villaggio di Casa Blanca dove si trovava La Cabaña e dove dicevo messa da tre anni. Andai in Messico per cure. Il giorno che andai via, il Che mi disse che noi tentammo di modificare le opinioni dell’altro a vicenda ma senza risultato. Le sue ultime parole furono: “Quando noi ci toglieremo la maschera ci scopriremo nemici”».. Nessuna pietà. Lo confermano le parole del giurista José Vilasuso, che all’epoca faceva parte del tribunale di La Cabaña: «Le direttive del Che stabilivano che dovessimo agire nel modo più risoluto, vale a dire che [gli accusati] erano tutti assassini e che il modo rivoluzionario di procedere doveva essere implacabile». Un ex comandante delle truppe di Guevara, Jaime Costa Vázquez, ha raccontato che i suoi ordini erano chiarissimi: «Nel dubbio, fucilare».
È stato calcolato, e lo riporta lo scrittore Humberto Fontova, che Guevara fece uccidere sul posto tra il 70 e l’80 per cento dei contadini che si opponevano alla sua avanzata. ".
Perché non si parla di ciò?
Negare questo è un insulto alle vittime del castrismo.
Vedete, in un Paese civile le idee debbono avere cittadinanza.
Io sono un feroce anticomunista.
Però, se governassi l'Italia, io non sbatterei in galera una persona per le sue idee comuniste.
Piuttosto, cercherei di combattere l'ideologia con la cultura ma senza mai inficiare la libertà di coscienza.
Per me, la persona viene prima dello Stato, cosa che nel castrismo è inaccettabile.
Nella Cuba castrista questo non è possibile.
Nella Cuba castrista essere non comunisti o anticomunisti può costare molto caro.
Inoltre, la dittatura di Castro (a cui Che Guevara diede un forte contributo) è oggi una dittatura a carattere dinastico, visto che al posto di Fidel Castro ad oggi vi è suo fratello Raul.
Ora, è bene parlare dei crimini dei nazisti e dei fascisti ma è bene anche parlare dei crimini dei comunisti perché si eviti il ripetersi degli orrori del secolo scorso.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Translate
Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
Come vede questi crimini consistono in esecuzioni di poche decine di persone nel mentre o nell'immediata fine della guerra.
RispondiEliminaMi trovi lei una sola guerra (comprese quelle recenti in Afghanistan, Iraq, libia ecc) che non sono segnate da esecuzioni.
I batistiani condannati a morte? Mi pare il minimo.
E non ripeta la storia degli omosessuali altrimenti mi casca nella mala fede: le ho già spiegato che cuba abolì il reato di omosessualità ben 11 anni prima degli Usa. A quell'epoca l'omosessualità era reato praticamente ovunque nel mondo dunque tutto va contestualizzato. Altrimenti sarebbe come giudicare i greci e romani antichi come dei pervertiti dato che facevano sesso coi minori.
Questo racconto è inficiato da pregiudizi ideologici, ciò che lo rende di parte: strumentalizza poiché evita le contestualizzazioni, racconta una storia a metà.
Difatti: se l'omosessualità era reato anche negli Usa poiché riportarlo nel raccontare il Che? Piuttosto va detto che fu il primo ad abolirlo. E se ad ogni guerra seguono esecuzioni, perché raccontarle per il Che? Ciò che conta è il dopo: le esecuzioni cessarono e i prigionieri politici sono sempre stati inferiori a quelli degli Usa (ne hanno ancora oggi a guantanamo!!!! Cuba non ne ha ZERO!).
Le ricordo che quando Che Guevara fu catturato in Bolivia fu ucciso immediatamente: la guerra è guerra! Lo stesso è valso per saddam. Perché giudicate fatti uguali in maniera diversa?
RispondiEliminaVoi comunisti non avete diritto di giudicare nessuno!
RispondiEliminaVoi siete stati quelli che hanno negato il massacro di nostri connazionali nelle foibe fatto dai vostri compagni jugoslavi.
Non avete nemmeno chiesto scusa.
Questa discussione mi ha stancato.
Lei difende un'ideologia criminale.
Ora passa a giudicare il comunismo in generale. Facendo così anche io posso trovare stati capitalistici criminali.
RispondiEliminaIl discorso riguarda castro e nessun altro.
Ho motivato ampiamente smentendo le affermazioni da lei riportate su omosessuali, religiosi ed esecuzioni. A questo punto lei mi tira fuori il comunismo in generale. Non funziona così. Inoltre lei appoggia gheddafi nonostante sia stato un dittatore. Come vede adotta criteri diversi a seconda della ideologia della dittatura: sta qui il pregiudizio ideologico. Se lei infatti condanna cuba perché è una dittatura allora deve condannare anche gheddafi, dato che, tra l'altro, ha fatto molti ma molti più morti.
E no dimentichiamo l'egitto: una volta scalatzati i fratelli musulmani ci sono state più di 200 condanne a morte. Ma lei appoggia quella dittatura: o mi sbaglio? Dunque il suo è solo un pregiudizio ideologico. Ma il giudizio storico ne deve essere immune.
RispondiEliminaBuona giornata.
Ps speriamo che il referendum non passi!
Scusa loro? Ma loro hanno sempre ragione perché il Comunismo è una idea bellissima, altro che Cristianesimo e poi mai chiedere perdono o fare revisionismo, loro sono superiori......anche adesso che hanno la faccia di tolla di essere ricchi e schifosamente borghesi.
RispondiEliminaIl castrismo è un altro degli esempi di comunismo.
RispondiEliminaCos'ha portato il comunismo? Miseria e odio sociale. E' indifendibile.
Signor fucilone lei sta giudicando il comunismo invece che castro! Aveva portato alcune storie e io le ho dimostrato che erano false.
RispondiEliminaEcco, mi dica che la politica di Castro era sbagliata (siamo nell'ordine delle idee), ma non mi dica che era sanguinario o che perseguitava i gay perché non è vero. Forse lo confonde con le dittature sudamericane made in Usa (fonte tra l'altro di miseria mai vista)!
Segua il link: http://www.thedailybeast.com/articles/2016/11/27/don-t-forget-fidel-castro-s-brutal-oppression-of-gay-people.html
RispondiEliminaHo letto tanti articoli come questo e le ho già detto che sono falsi. Falsi perché non tiene conto che le esecuzioni sono conseguite ad una guerra: non c'è mai stata una guerra nella storia dell'uomo che non abbia visto la morte di alcuni dei perdenti. Lo stesso avvenne coi nazisti, coi fascisti e oggi con gli iraqeni, afghani ed egiziani. Se si critica castro per le esecuzioni dei batistiani allora si devono anche criticare le esecuzioni dei nazisti a Norimberga. Non si possono adottare due pesi e due misure. Colossale poi la bugia sui gay.
RispondiEliminaBisogna giudicare senza pregiudizi ideologici: cuba è stata una delle dittature più soft della storia recente. Del resto amnesty (sicuramente la fonte più neutrale) parla di appena 200 morti...in 60 anni. Dio mio, fossero tutte così le dittature direi che la forma dittatoriale sarebbe la migliore!
Saluti e buon referendum.
Dittatura? No, grazie!
RispondiEliminaGiuro che se l'Italia diventasse una dittatura alla cubana, io mi schiererei con i suoi nemici.
Un'Italia del genere (che per fortuna non esiste nella realtà) non sarebbe la mia patria.
Allora, per lei i nostri connazionali messi nelle foibe dai partigiani jugoslavi di Tito sarebbero stati dei nemici da abbattere?
Non sapevo che uomini, donne e bambini uccisi barbaramente e gettati nelle foibe per il fatto di essere italiani fossero stati dei "pericolosi nemici del popolo".
Ma mi faccia il piacere!
Quelli sono civili signor fucilone. Castro ma non ha mai torto un capello ai civili. Lo sta confondendo con batista e con le dittature filostatunitensi.
RispondiEliminaQuanto alla dittatura è ovvio che non la ritengo idonea all'italia. Ma ciò perché siamo l'Italia e abbiamo una storia diversa da quella cubana. Da noi non c'era un paese, come gli Usa in sudamerica, che organizzava colpi di Stato e dittature appena vinceva democraticamente un movimento a loro ostile. Anzi, da noi gli Usa favorirono le democrazie. Come vede la storia è totalmente diversa. Anche se, è bene ricordarlo, forse una intromissione violenta nella nostra democrazia ci fu col delitto moro: fu compiuto dalle Br, ma non pare improbabile un coinvolgimento degli Usa.
Comunque stiamo dilagando, il tema era la dittatura di Castro: criticarlo politicamente è lecito perché rientra nell'ordine delle idee. Affibiargli il titolo di dittatore sanguinario è invece ingiusto perché menzognero e dunque frutto di pregiudizio ideologico. La storia degli omosessuali perseguitati è la più indicativa (il reato fu abolito 11 anni prima degli Usa: c'è dunque da contestualizzare tenendo a riferimento il periodo storico. Quella era addirittura un'epoca ove negli Usa non solo c'era lo stesso reato, ma addirittura vigevano le leggi razziali! Stiamo parlando di 60 anni fa).
Ma lasci perdere. Castro non fece del bene.
RispondiEliminaSecondo lei non fece del bene politicamente: è una sua idea legittima.
RispondiEliminaA me interessava smentire la calunnia del dittatore sanguinario.
Ma le indico un link ove castro, con chiara visione continentale (sudamerica), racconta il perfido contesto di quell'epoca e di tutto il male che gli Usa hanno fatto ai sudamericani. Ciò che l'URSS ha fatto all'europa orientale, gli Usa l'hanno fatto cento volte tanto in sudamerica.
Castro stava dalla parte giusta.
Buona visione.
https://m.youtube.com/watch?feature=share&v=COUJJY80fRY
Calunnia? Ma per favore!
RispondiEliminaCastro non stava dalla parte giusta. Egli faceva il nababbo ed il popolo moriva di fame.
Signor fucilone l'alternativa era tra la cuba di Castro e la cuba filoamericana di batista. Oggettivamente è meglio la seconda e non a caso i cubani hanno distrutto la prima e appoggiato la seconda. Castro lo rispettano, batista lasciamo proprio perdere.
RispondiEliminaDeve contestualizzare la valutazione politica non può farsi in astratto. La gente campa di concretezza non di discussioni astratte. Castro era meglio di batista? Sì. I cubani la pensavano così? Sì. E allora di cosa o chi sta parlando lei?
Gli Usa in sudamerica erano peggiori dell'URSS in europa.
Castro viveva da nababbo ed i cubani morivano di fame.
RispondiEliminaBatista viveva ancor più da nababbo e i cubani morivano ancor più di fame. L'alternativa a castro era batista, gli Usa non garantivano null'altro. Ed è per questo che i cubani appoggiarono castro e oggi, dopo 50 anni, continuano a rispettarlo. Lei parla in astratto, le valutazioni politiche invece si fanno in concreto. Lei propone una soluzione peggiore del 'male'.
RispondiEliminaEhi, il comunismo non parla di "eguaglianza"?
RispondiEliminaCastro non era mica comunista?
Castro era comunista con gli altri e capitalista con sé stesso.
Il punto è che castro, con tutti i suoi difetti e tutte le sue contraddizioni, era l'alternativa migliore per i cubani. Dunque il giudizio politico è positivo. Oppure vede un'altra alternativa. Se no, le sue sono valutazioni astratte. Non mi dica che lei è un batistiano.
RispondiEliminaInoltre la cosa più importante è che l'appellativo di sanguinario era una balla: amnesty lo conferma, così come le balle sui gay e i gulag (a cuba la tortura non è mai esistita).
E' smentito: http://www.pinknews.co.uk/2016/11/28/this-is-how-fidel-castro-persecuted-gay-people/
RispondiElimina