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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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domenica 27 novembre 2016

Che sia sbattuto fuori dalla Chiesa

Cari amici ed amiche,

l'amico e socio Morris Sonnino (che ringrazio) ha pubblicato questa foto e l'ha commentata così:
"Ecco come si rivolge "un prete" ai suoi interlocutori. E questa sarebbe una persona che dovrebbe curare le anime dei fedeli? La cosa più sconcertante, è la convivenza della Curia e del Papa".

La foto mostra un commento fatto sulla sua pagina Facebook da "don" Giorgio De Capitani in risposta ad un commento su un suo post in cui egli ha scritto che voterà "Sì" alla "riforma" che sarà votata al referendum del 4 dicembre.
Il prete (se così si può chiamare) ha scritto:

"Si vede quanto sei tonto! Io voterò Si a prescindere, perché altrimenti quelli del No dovrebbero sprofondarsi nell'inferno, insieme ai bastardi berlusconiani, leghisti e grillini e ai fondamentalisti cattolici più beceri. Io voterò Sì a prescindere da chi vota Sì o vota No".

Io sono un "cattolico fondamentalista", uno di quelli che alla messa non prendono l'ostia consacrata con le mani ma che se la fanno mettere direttamente in bocca, che si inginocchiano al momento della consacrazione delle specie liturgiche e che quando si recita il "Padre nostro" non tengono per mano i suoi vicini di banco per fare la catena umana.
Io sono un "cattolico fondamentalista", uno di quelli che dicono "no" ad aborto, eutanasia e matrimoni gay.
Io sono anche un uomo dichiaratamente di destra, conservatore e pro-life, uno che guarda con simpatia sia i berlusconiani, sia la Lega Nord.
Con orgoglio, al referendum, io voterò "No".
Visto che il "caro" presule ha augurato a quelli come me di finire all'Inferno, io dico che se andassi all'Inferno (cosa che ovviamente non auspico) egli verrebbe lì con me e gli farei fare la fine dell'arcivescovo Ruggieri citato nel Canto XXXIII dell'Inferno della "Divina Commedia".
Io farei la parte del conte Ugolino della Gherardesca.
Chi non conosce la storia, legga l'opera di Dante Alighieri, in quel passo che parla dei traditori.
Ovviamente, sono ironico.
Il "caro" Giorgio De Capitani (non mi sento più di chiamarlo "don" o "padre") ha tradito la dottrina di Santa Romana Chiesa.
Ogni giorno, egli getta fango sulla Chiesa, quella Chiesa di cui è ministro e da cui è anche retribuito.
Come può amministrare i Sacramenti e predicare le Scritture un personaggio che ogni giorno infanga la Chiesa?
Le sue posizioni rasentano l'eresia.
In altri tempi, un personaggio simile sarebbe stato scomunicato.
Non sarebbe ora che la Chiesa intervenisse?
Un personaggio del genere (che lancia maledizioni a destra e a manca) non può fare il ministro di Dio.
La Chiesa dovrebbe lanciargli un aut aut: o Giorgio De Capitani accetta la dottrina e la tradizione e non le contesta più di sua sponte o lascia l'abito o viene scomunicato.
Con gente simile serve polso.
Va bene la misericordia ma serve anche il rispetto delle regole.
La Chiesa è la casa di tutti ma se una persona la infanga non deve più starci.
La Chiesa intervenga.
Cordiali saluti.




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