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venerdì 15 luglio 2016

Anche il Cristianesimo ammette la guerra


Cari amici ed amiche,

rispondo all'articolo del blog "Ribellione Nazionale" che è intitolato "L'Occidente è stupido contro l'Islam".
Che l'Occidente sia stupido contro l'Islam è vero però esso non è in queste condizioni per il Cristianesimo.
Di sicuro, chi ha scritto l'articolo ha avuto un'immagine distorta del Cristianesimo.
L'immagine è stata distorta dalla narrazione di certi "cattolici pacifisti e fricchettoni", che nulla hanno a che fare con il Cristianesimo.

Il Cristianesimo ammette anche la guerra.
Per esempio, per San Tommaso d'Aquino (1225-1274) fare la guerra non è sempre peccato.
Vi riporto alcun suoi brani della sua "Summa Theologiae":

"E siccome la cura della cosa pubblica è riservata ai principi, spetta ad essi difendere lo stato della città, del regno o della provincia cui presiedono. E come lo difendono lecitamente con la spada contro i perturbatori interni, col punire i malfattori, secondo le parole dell'Apostolo: "Non porta la spada inutilmente: ché è ministro di Dio e vindice nell'ira divina per chi fa il male"; così spetta ad essi difendere lo stato dai nemici esterni con la spada di guerra. Ecco perché ai principi vien detto nei Salmi: "Salvate il poverello, e il mendico dalle mani dell'empio liberate". E S. Agostino scrive: "L'ordine naturale, indicato per la pace dei mortali, esige che risieda presso i principi l'autorità e la deliberazione di ricorrere alla guerra".

Ergo, perché sia giusta, una guerra deve essere dichiarata da un capo di Stato o da un governo.
Inoltre, serve anche la motivazione.
San Tommaso d'Aquino ci dà un'altra risposta:

"Si sogliono definire giuste le guerre che vendicano delle ingiustizie: e cioè nel caso che si tratti di debellare un popolo, o una città, che hanno trascurato di punire le malefatte dei loro sudditi, o di rendere ciò che era stato tolto ingiustamente".

Per finire, servono anche le buone intenzioni.
Perché una guerra sia giusta serve che l'intenzione di chi la fa sia corretta.
San Tommaso d'Aquino la spiega così:

"Si richiede che l'intenzione di chi combatte sia retta: e cioè che si miri a promuovere il bene e ad evitare il male. Ecco perciò quanto scrive S. Agostino: "Presso i veri adoratori di Dio son pacifiche anche le guerre, le quali non si fanno per cupidigia o per crudeltà, ma per amore della pace, ossia per reprimere i malvagi e per soccorrere i buoni". Infatti può capitare che, pur essendo giusta la causa e legittima l'autorità di chi dichiara la guerra, tuttavia la guerra sia resa illecita da una cattiva intenzione. Dice perciò S. Agostino: "La brama di nuocere, la crudeltà nel vendicarsi, lo sdegno implacabile, la ferocia nel guerreggiare, la smania di sopraffare, e altre cose del genere sono giustamente riprovate nella guerra".

Il pacifismo non ha nulla a che fare con il Cristianesimo.
Anche il professor Plinio Correa de Oliveira (1908-1995) scrisse qualcosa a riguardo sul suo libro "Rivoluzione e Controrivoluzione":

"Il contro-rivoluzionario deve lamentare la pace armata, odiare la guerra ingiusta e deplorare l’attuale corsa agli armamenti. Poiché però non nutre l’illusione che la pace regnerà sempre, considera una necessità di questo mondo d’esilio l’esistenza d’una classe militare, per la quale chiede tutta la simpatia, tutta la riconoscenza, tutta l’ammirazione a cui hanno diritto coloro la cui missione è lottare e morire per il bene di tutti (60)".

Dunque, ai cari comunisti, alle zecche rosse e ai vari fricchettoni che si dicono cattolici,  i quali  tanto fanno i pacifisti e legittimano la loro posizione usando erroneamente il Vangelo e la dottrina della Chiesa, dico che farebbero meglio a studiare bene le cose, prima di dare un'immagine sbagliata del Cristianesimo.
Cordiali saluti. 

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