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giovedì 9 giugno 2016

Santuario della Beata Vergine Maria delle Grazie, si recupereranno le statue?

Cari amici ed amiche,

ieri ho pubblicato una poesia che parla di una delle statue del Santuario della Beata Vergine Maria delle Grazie di Curtatone.
Nell'articolo, vi è un video in cui parla il professor Paolo Bertelli, storico dell'università di Verona.
Bertelli è mio conterraneo di Roncoferraro.
Suo padre Alfredo (che è molto ferrato in materia di storia locale) è del Comitato Manifestazioni Roncoferraro, di cui faccio parte anch'io.
Il professor Bertelli ha detto delle cose importanti riguardo ad alcune statue che non sono presenti nella chiesa.
Nel 1937, lo storico inglese James Gow Mann aveva notato che alcune statue della chiesa indossavano armature.
Si era scoperto che queste armature erano vere.
Allora, le statue, fatte di legno, cartapesta e colla animale, era state smontate.
Oggi, le armature si trovano nel Museo Diocesano di Mantova.
Ora, la Paola Artoni (collega di Bertelli) ha detto una cosa importante:

"Nel 1937, qui a Grazie, arriva James Gow Mann, studioso inglese che diventerà conservatore dell'armeria della regina d'Inghilterra, perché ha notizie da un conte toscano della presenza di un ciclo di armature. Fino a quel tempo si pensava che le armature fossero polimateriche, quindi delle imitazioni. Grazie ai suoi studi si scopre che sono autentiche e da lì si arriva allo svelamento del più importante ciclo di armature gotiche conosciute al mondo, che oggi sono conservate al Museo Diocesano. Il punto fondamentale - prosegue la studiosa - è che fino a oggi si è sempre creduto che nel 1937 Gow Mann e il rettore del tempo, don Carra, avessero bollito queste sculture e che fossero andate perdute per sempre. Abbiamo scoperto che non è stato così. Le armature "fasulle" sono invece state rinvenute".

Ella e Bertelli si sono recati al santuario per fare delle ricerche.
Entrati nel magazzino, i due studiosi hanno trovato pezzi delle statue mancanti.
La scoperta, perseguita dalla Diocesi di Mantova e coordinata da padre Stefano Savoia grazie anche alla disponibilità del rettore del santuario padre Giovanni Lucchi, è avvenuta a seguito di diverse ricognizioni fatte nei sgabuzzini e depositi della chiesa, dove nessuno era mai andato a cercarle. I professori Bertelli ed Artoni hanno hanno aperto la porta del magazzino e "nella penombra, sotto strati di polvere e ragnatele è stato prima un viso poi un elmo, mani, gambe e piedi - racconta Bertelli - Capire cosa esattamente avevamo di fronte è stata un'emozione molto profonda".
Avete capito?
Ora, ci sarà da capire se si potranno realizzare delle copie delle statue mancanti da mettere nelle nicchie vuote del santuario.
Riguardo a ciò, Bertelli ha detto:

"Il primo passo è stato quello di inventariare e catalogare i pezzi - spiega lo studioso che propone la - possibilità di restaurare queste parti di statue e, col tempo, in accordo con il rettore e la diocesi, di ricostituire le statue e di riporle nell'impalcato ligneo.
Esistono dei sistemi che ci possono fornire l'integrazione necessaria - precisa lo studioso - Usando un laser scanner, che ci è stato fornito dal professor Francesco Mallegni dell'Università di Pisa, è possibile ottenere delle immagini tridimensionali delle armature esattamente identiche alle originali e, con una stampante tridimensionale, riprodurre i pezzi delle armature".

Il mio auspicio è che questa cosa possa realizzarsi.
Quelle statue sono un pezzo di storia della nostra terra mantovana, oltre a rappresentare esempi di religiosità autentica.
Del resto, sono di origini siciliane e so che in Sicilia si tiene molto agli ex-voto e ai santi.
Cordiali saluti.

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