Cari amici ed amiche,
dopo avere fatto l'ultima recensione della "Festa dei Risotti-Gasaiga", esprimo un parere generale.
Onde evitare cattive interpretazioni, questa mattina ho scritto che anche il Comitato Manifestazioni Roncoferraro si è beccato (meritatamente) il suo 10 e lode, dopo che in giugno se lo era preso Villimpenta.
Quel 10 e lode al Risotto alla villimpentese era meritatissimo, com'è meritatissimo il 10 e lode dato ieri al Risotto con le rane qui a Roncoferraro.
Se un risotto è stato giudicato positivamente dalla maggioranza delle persone che l'hanno mangiato significa che è buono.
A qualcuno qui da me, quel voto dato al Risotto alla villimpentese non è andato giù ma, ripeto, era meritato.
Inoltre, ieri la "Festa dei Risotti" qui a Roncoferraro è andata a gonfie vele mentre la "Festa contadina a Villimpenta" (stando a quello che ho sentito) non ha avuto tutto questo successo.
E' capitato ma poteva capitare anche il contrario.
Quando ci sono tante feste di paese vicine tra loro (non c'è stata la festa solo a Villimpenta) può capitare che a qualcuno vada bene e che a qualcun altro vada meno bene e qualcun altro ancora vada male.
Questo è il libero mercato.
Venerdì, la "Festa dei Risotti" qui a Roncoferraro non è andata benissimo.
Magari da un'altra parte la festa sarà andata alla grande.
Sabato e ieri, essa è andata alla grande.
Comunque, fa piacere vedere che nei tre grandi "Comuni del riso mantovano", Castel d'Ario, Roncoferraro e Villimpenta, si stanno valorizzando i prodotti locali.
Io sarei dell'avviso di fare una festa grossa con i risotti più importanti di questi tre Comuni: il Risotto alla pilota di Castel d'Ario, il Risotto con la psina (nella foto) e quello con i saltarei del Comune di Roncoferraro ed il Risotto alla villimpentese.
Sarebbe un bel marketing per il territorio della Sinistra Mincio.
Il cibo è anche cultura.
Nel caso dei risotti, si esprime una cultura contadina legata al riso e ai prodotti della zootecnia tradizionale e dell'acqua, come il pesce e la carne di maiale.
A chi mi tira fuori le storie di Roncoferraro contro Villimpenta o di Villimpenta contro Castel d'Ario, vorrei dire una cosa.
Vorrei dire che i campanilismi fanno bene al folclore ed il senso di appartenenza ad una comunità è una cosa nobile.
Però, non si deve esagerare.
Qui a Roncoferraro, qualcuno mi ha detto che a Villimpenta non sono mantovani ma veneti.
Prima di tutto, io contro i veneti non ho nulla.
In secondo luogo, vorrei fare notare che in fondo il territorio mantovano è un territorio di confine.
Non si sa se noi mantovani siamo lombardi, veneti o emiliani.
Se si va verso la Provincia di Brescia si sente la cadenza bresciana.
Se si va verso il territorio veronese si sente la cadenza veneta.
Se si va verso sud si sente l'influsso emiliano.
La Provincia di Mantova è un po' come la Regione Marche, che anni fa avevo visitato e che ho avuto molte occasioni di attraversare per andare in Abruzzo.
Se si va nel Montefeltro o a Pesaro sembra di stare ancora in Romagna.
Se si va all'interno sembra di essere in Umbria.
Se si va ad Ascoli, sembra di essere già in Abruzzo.
Del resto, il nome "Marche" deriva dall'antico tedesco "Marka" o "Mark", ossia zona di confine.
Infatti, le Marche erano il confine del vecchio Sacro Romano Impero.
Il territorio mantovano è così, un territorio di confine e quindi con tanti influssi.
Comunque, il Comitato Manifestazioni Roncoferraro ha fatto una grande cosa.
Merita gli applausi.
Cordiali saluti.
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