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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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giovedì 10 settembre 2015

Red Hat Society



"Quando sarò vecchia mi vestirò di viola
con un cappello rosso che non si intona e non mi dona.
E spenderò la mia pensione in brandy e guanti estivi
E in sandali di raso, e poi dirò che non abbiamo soldi per il burro.
Mi siederò sul marciapiede quando sarò stanca
E arrafferò assaggi di cibo nei negozi, suonerò tutti i campanelli
Farò scorrere il mio bastone sulle ringhiere
E mi rifarò della sobrietà della mia giovinezza.
Uscirò in pantofole sotto la pioggia
E raccoglierò fiori nei giardini degli altri
E imparerò a sputare.
Quando sei vecchia puoi indossare assurde camicie e ingrassare
E mangiare tre libbre di salsicce in un colpo solo
O solo pane e sottaceti per una settimana,
E accumulare penne e matite e tappi di bottiglia e cianfrusaglie nelle scatole.
Ma ora dobbiamo indossare vestiti che ci tengano asciutti,
E pagare l’affitto e non dire parolacce per strada
E dare il buon esempio ai bambini.
Dobbiamo invitare amici a cena e leggere il giornale.

Ma forse dovrei cominciare a fare un po’ di pratica adesso?
Così chi mi conosce non rimarrà troppo scioccato e sorpreso
Quando improvvisamente sarò vecchia, e comincerò a vestirmi di viola".

(Jenny Joseph)



Sì, forse dobbiamo tutti cominciare a vestirci di viola, o a metterci un cappello rosso. Piccole pazzie quotidiane, per strizzare l'occhio al mondo.
Da questo piccolo buffo poema in inglese, è nata una vera e propria Red Hat Society, di ironiche signore decisamente over 50, che si ritrovano indossando un cappello rosso: in America sono ormai un milione e mezzo. (L’autrice poi è stata rintracciata: si chiama Jenny Joseph, è un’inglese nata nel 1932, e prima di diventare la lady con il cappello porpora si è guadagnata da vivere scrivendo libri per bambini). Perché le poesie hanno una seconda vita, una vita segreta: su web. Ma in genere, all’insaputa dei poeti. Lì passano di sito in sito; vengono tagliuzzate, manipolate, strapazzate e soffocate di emozioni non loro. Finiscono in un’e-mail circolare o in uno degli innumerevoli blog che popolano la rete (come il mio). E a volte succede persino che cambino autore. 

L’esempio più eclatante? Neruda. Una poesia struggente, il cui incipit è "Lentamente muore". Peccato non sia del poeta cileno premio Nobel, ma di una scrittrice brasiliana quarantenne, Martha Medeiros (pubblicata in Italia da Cavallo di ferro). Eppure, spacciata per Neruda, ha conquistato i romantici di tutto il mondo.
Ma a me piace la poesia di oggi, l'idea di infilarsi in testa un cappello rosso e godersi la vita... 

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Ringrazio un caro amico di questa foto.