leggete l'articolo di "Italia chiama Italia" che è intitolato "Diffamazione, una legge sbagliata".
Dell'articolo è interessante la parte che recita:
"La nuova legge sulla diffamazione è sbagliata. Da che doveva essere una riforma della legge sulla stampa - unica scritta dai padri della Repubblica dopo la Costituzione - per evitare il carcere ai giornalisti colpevoli di riportare fatti falsi, pare diventata l'occasione di una rivincita senza precedenti della politica verso chi dovrebbe controllarne l'operato.
La legge sulla diffamazione che tornerà alla Camera a Gennaio, prevede una multa fino a 50 mila euro per colui che è considerato colpevole di diffamazione, obbliga la rettifica immediata, integrale e illimitata al testo diffamatorio senza replica né del giornalista né del direttore responsabile, e prevede la cancellazione della notizia dal web per un presunto diritto all'oblio. Tutto ciò non vale solo per testate registrate, quotidiane e cartacee, ma anche per libri, siti e blog.".
A questo punto, la libertà di stampa, di parola e di pensiero è messa a rischio.
Sia chiaro, la calunnia e la diffamazione non sono belle cose e non si debbono fare.
Però, quando ci sono casi di malaffare, di corruzione o di semplice cattiva politica bisogna dire le cose per come stanno, senza se e senza ma.
I giornalisti (come noi bloggers professionisti e non) debbono essere tra coloro che tutelano i cittadini e non i megafoni di questo o quell'altro settore del potere.
Questa legge sulla diffamazione che sta per uscire dal Parlamento rischia di prestarsi ad essere una vera e propria forma di riduzione della libertà di espressione.
Io ammiro molto la cultura anglosassone.
Sul sito di "Franco Abruzzo" ho trovato alcuni riferimenti riguardo alla legge americana sulla diffamazione.
Essa si rifà all'antica Common Law inglese e per la diffamazione prevede questi parametri:
- il contenuto falso;
- la pubblicazione in malafede.
Ergo, per la legge americana, perché una notizia sia diffamante il suo contenuto deve essere per forza falso.
Qui in Italia, invece, si ritiene diffamatoria anche una notizia vera dalla quale la persona in essa citata si ritiene lesa.
In secondo luogo, negli Stati Uniti d'America non basta che la notizia sia falsa ma (perché sia diffamatoria) essa deve essere pubblicata in malafede. In inglese vale l'espressione "motivated by malice".
In Italia, invece, non si guarda alla buona fede o all'intento malevolo.
Ergo, se io fossi americano o vivessi in America e pubblicassi una notizia falsa contro determinate persone su questo blog, per essere accusato di diffamazione, si dovrebbe provare la mia malafede nel pubblicarla.
Qui in Italia, invece, si querelano e si condannano le persone a prescindere dal fatto che esse pubblichino notizie vere o false e che le pubblichino in buona fede o meno.
Questa nuova legge italiana rischia davvero di bloccare la nostra libertà di stampa.
A questo punto, se gli Americani colonizzassero il nostro Paese ci farebbero un favore ed io mi schiererei con loro.
Cordiali saluti.
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