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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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martedì 2 luglio 2013

Se fossi un imprenditore...non investirei in Italia!

Cari amici ed amiche.

E' brutto da dire ma se fossi un imprenditore non investirei qui in Italia!
Parlo anche da disoccupato che vede come vanno le cose.
Qui in Italia non si riesce a fare impresa.
Queste sono le cause:


  1. I sindacati. I sindacati di sinistra hanno sempre ostacolato l'imprenditoria. Forti del fatto che qui in Italia ci fosse stato il partito di ispirazione comunista più forte d'Occidente, i sindacati hanno sempre avuto un potere di interdizione molto forte, attraverso gli scioperi e quant'altro. Anziché fare manifestazioni per difendere veramente i diritti di chi lavora, i sindacati hanno sempre manifestato per fini politici, contro le riforme ed ogni possibilità di innovazione, per mantenere lo status quo. Il caso dell'amministratore delegato della FIAT, Sergio Marchionne (nella foto), è il paradigma. Marchionne ha sempre cercato di gestire la FIAT come si gestisce seriamente un'azienda e spesso i sindacati gli hanno messo i bastoni tra le ruote. 
  2. Il costo elevato dell'energia elettrica. Noi italiani importiamo il 18% dell'energia elettrica. Questo avviene perché nel 1986 era stato fatto un assurdo referendum con cui si era detto no all'energia nucleare, senza proporre nulla di alternativo. Oggi ne paghiamo il prezzo.
  3. La burocrazia. Aprire un'azienda in Italia è un'impresa titanica. Infatti, si deve passare per un apparato burocratico elefantiaco, tra carte bollate e spese varie.
  4. Le troppe tasse. Proprio perché vi è un apparato burocratico elefantiaco, qui in Italia ci sono troppe tasse. Molti dei nostri imprenditori non ce la fanno ad andare avanti perché il fisco si mangia più del 50% dei proventi. In più vi è la questione delle cooperative. In base ad un'assurda legge del passato, le cooperative pagano meno tasse rispetto alle normali aziende, facendo di fatto una concorrenza sleale ai danni di queste ultime.
  5. La mancanza di infrastrutture adeguate. In Italia non ci sono infrastrutture adeguate. Abbiamo autostrade e ferrovie poco efficienti. Qualcosa è stato fatto ma ci sono movimenti che impediscono di fare i lavori, per pregiudizio politico, campanilismi ed altro.
  6. Le politiche europee troppo passive di fronte alla Germania. Spesso e volentieri, chi ha governato l'Italia è stato troppo passivo di fronte all'atteggiamento quasi prepotente della Germania. Basti pensare al caso delle "Quote latte" o al valore di cambio Lira-Euro.
L'Italia deve cambiare.
Si devono fare delle serie riforme strutturali che taglino burocrazia e sprechi.
Si devono fare le infrastrutture e serve una nuova politica energetica.
In Europa, l'Italia non deve più avere questo atteggiamento di passività nei confronti della Germania.
Ne va del nostro futuro.
Cordiali saluti. 

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