Ore di angoscia

Come dice Nicola Porro, la Lombardia è diventata il lazzaretto d'Italia.

Il premier Giuseppe Conte ha deciso di fare un decreto con cui si chiudono gli accessi alla Regione Lombardia e ad altre province del Nord Italia.
Ora, stando a quel decreto, non ancora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, una persona non può entrare né uscire dalla Lombardia, se non per necessità o per lavoro.
A prescindere dal fatto che il decreto non sia ancora stato pubblicato e che la fuga di notizie di ieri non abbia fatto fare una bella figura al governo, a questo punto, qualche domanda deve essere posta.
In primis, una lombardo che è andato in vacanza fuori può tornare in Lombardia, ove ha la casa?
In secundis, chi stabilisce che una persona che deve uscire dalla Lombardia abbia o meno una necessità?
Per finire, come si possono bloccare tutti gli accessi alla regione, dato che servirebbero molti uomini per fare ciò?
Quello che è accaduto ieri alla Stazione Centrale di Milano è stato assurdo.
Per un decreto che non ha valore legale, poiché non è stato ancora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, la gente ha invaso la Stazione Centrale di Milano per andare via temendo che si chiudessero le frontiere della Lombardia.
Questa ondata di panico ha creato un grosso problema perché ha aumentato il rischio del contagio.
Quel decreto del premier è un pasticcio perché presenta numerose criticità.
Ho già elencato queste ultime nelle domande che ho posto poc'anzi.
Queste sono ore di angoscia.
La gente si ammala e c'è il rischio di un collasso del sistema sanitario.
Anzi, i medici rischiano di dovere scegliere tra chi intubare e chi no.
Tutto questo è causato dalla pessima politica che si è adottata prima.
Se si fossero implementate le misure di quarantena prima che il bubbone del Coronavirus scoppiasse qui da noi, questa situazione non ci sarebbe.