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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 7 giugno 2019

Cooperazione e conflitto

Ringrazio l'amico Filippo Giorgianni di codesto spunto:
«Cooperazione e conflitto sono due opposti, ma in realtà connessi in relazione mutevole. Salvo i casi estremi di annientamento del nemico, anche fra i contendenti di una guerra armata si istituiscono forme di cooperazione. Greci e Troiani interrompono la battaglia per seppellire i morti. Ambasciatori di eserciti in lotta si incontrano per parlamentare. E per contro, una semplice osservazione delle dinamiche dei gruppi politici – partiti, sindacati – rivela che il conflitto si sviluppa anzitutto al loro interno per l’acquisizione di influenza, posizioni, autorità, potere, fino al punto che fazioni o diramazioni di un gruppo possono attuare strategie diverse in vista del confronto con l’avversario esterno. Senza dire che l’istituzione umana per definizione più cooperativa, l’unione fra uomo e donna, può essere altamente conflittuale, anche perdurando la convivenza e neppure – per paradosso – una convivenza infelice. Ma se cooperazione e conflitto s’intrecciano, ciò dipende dal fatto che il conflitto è sempre almeno latente nelle relazioni umane. nessun autore serio si sognerebbe di negarne l’importanza e molti autori lo concepiscono addirittura come una sorta di motore immobile, di prius di ogni spiegazione scientifica della socialità

In queste parole si dimostra, per esempio, il fatto che l'ideologia comunista sia fallace.
L'ideologia comunista è fallace perché non tiene conto delle dinamiche umane.
Esso ha propugnato una società utopistica di eguaglianza, senza tenere conto del fatto che ciascun uomo abbia ambizioni e pensieri propri.
Da questa ideologia sono venuti fuori conflitti, odi, miseria e morte.
Lo stesso discorso vale per qualsiasi altra ideologia totalitaria.
Mi viene in mente il nazismo, come l'Islam. 
Serve sempre un equilibrio tra il diritto individuale e quello della società.
Tempo addietro, mi è capitato sotto mano questo foglio, che ho fotocopiato.
Leggetelo.


Ora, che il Bene ed il Male (uso le maiuscole per dare l'idea di qualcosa che va ben oltre l'etica) esistano è ovvio.
Però, non si possono nemmeno inserire le persone in certe "categorie", poiché si deve tenere conto di tante cose, a cominciare dalla storia e della formazione di ciascuna persona, oltreché del contesto sociale.
Per esempio, in un contesto sociale come quello islamico l'uomo e la donna non sono pari e l'idea di una parità tra i sessi è vista come una cosa negativa.
In un contesto comunista, la libera impresa è vista come un male.
Nella Germania nazista, ogni cosa che non rispondeva ai "dogmi" hitleriani erano visto come male. 
Dunque, si deve stare attenti a fare delle semplificazioni.

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.