cum d'Athene noctua cantu...
calumniae pater chiamaru...
accussì 'n Locedium...et tintu...
a pussidiri...ogni figghiu...
dû Signuri...si mittìu iddu...
certu cum granni scumpigghiu...
ma corpa desi Dominus a chiddu.
Ma tantu si criau duluri...
prima...quannu Satan parrau...
ca si sintìu sanguinis sapuri.
Italiano:
Quando...sotto la Luna...li strichi...
con della civetta il canto...
della calunnia il padre chiamarono...
così in Lucedio...e lordo...
a possedere ogni figlio...
del Signore...si mise egli...
certo con grande scompiglio...
ma botte diede il Signore a quello.
Ma tanto si creò dolore...
prima...quando Satana parlò...
Questa mia poesia, scritta in maccheronico-siciliano ed in italiano, parla nuovamente della leggenda nera dell'abbazia di Lucedio.
Secondo quella leggenda, nel 1684, un gruppo di monaci che persero il senno o un gruppo di streghe avrebbe evocato il diavolo nel vicino cimitero di Darola.
Il diavolo sarebbe poi sfuggito agli incantatori ed avrebbe posseduto i monaci e le monache dell'abbazia.
Cento anni dopo, Papa Pio VI (Giovanni Angelico Braschi, 25 dicembre 1717-29 agosto 1799) avrebbe mandato un esorcista a liberare quel luogo.
Così, il diavolo sarebbe stato imprigionato nella cripta della chiesa abbaziale o sotto il vicino santuario della Madonna delle Vigne (nella foto) oggi sconsacrato.
Nel santuario in questione, vi è un dipinto raffigurante un organo con uno spartito.
Quello spartito sarebbe lo "Spartito del diavolo".
Esso è palindromo e può essere suonato in un senso e nell'altro.
Se fosse suonato a rovescio, la maledizione si ripeterebbe il diavolo sarebbe liberato.
Se fosse suonato normalmente, da sinistra a destra e dall'alto in basso, la protezione contro il male aumenterebbe ed il diavolo resterebbe in prigione.
Nel video (preso da Youtube) può essere ascoltato.
Scriverò ancora dello "Spartito del diavolo" su "La Civetta".
Avevo già trattato l'argomento un anno fa, sulla medesima rivista, ma so che esso interessa molto.
Nessun commento:
Posta un commento