Aveva 96 anni.
Una riflessione scritta su Facebook da Giulio Meotti parla di lui:
"È morto Franco Zeffirelli, uno degli ultimi grandi uomini di cultura che avevamo. Memorabili i suoi anatemi e invocazioni moralizzatrici contro la cultura dominante. Definì l’Italia “questo basso Impero di chiacchieroni”. E ancora: “La Democrazia cristiana è un cancro fatiscente, il Partito comunista un altro cancro, il paese è massacrato da queste due turpitudini. Io sono un anticomunista tremendo”. Perché “ i cattolici a volte sono più comunisti dei comunisti”. Nel 1991 disse che “il fondamentalismo islamico è inconciliabile con il nostro relativismo culturale, è una bomba innescata e quando esploderà farà più danni dello stalinismo, più del nazismo perché ignora i principi della civile convivenza”. Aderì all’Israele Day del mio giornale. Addio a un vero maestro".
È tutto vero.
Le parole di Zeffirelli rispondono a verità.
Certi cattolici (miei correligionari) sono più comunisti dei comunisti con la falce e martello.
Il Partito Comunista ha sempre rappresentato un problema.
Zeffirelli ha rappresentato l'idea di una cultura "alternativa" a quella di una certa élite che qui in Italia si è affermata.
Noi dobbiamo ricordarlo così.
Oggi, serve una "controcultura".
Serve un'alternativa a questa cultura pauperista e buonista che ci sta rovinando.
Se n'è andato un grande regista, che è stato anche un grande uomo di pensiero, un uomo veramente libero.
Se n'è andato un grande regista, che è stato anche un grande uomo di pensiero, un uomo veramente libero.
Intanto, trovo giusto esprimere il cordoglio più sentito per questo grande regista.
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