L'articolo è di Roberto Vivaldelli.
Riporto questo stralcio di esso:
"Non è una censura vera e propria, ma poco ci manca. Twitter si adegua al politicamente corretto e annuncia nuove misure per i politici che violano le regole della piattaforma. Come riporta Repubblica, se un personaggio colorito e fuori dagli schemi come il presidente degli Stati Uniti Donald Trump “dovesse sfogarsi eccedendo palesemente e andando oltre il consentito, la piattaforma informerà gli utenti della violazione e ridurrà la visibilità del tweet”.
“In passato, abbiamo consentito a determinati tweet che violavano le nostre regole di rimanere su Twitter perché erano nell’interesse pubblico, ma non c’era un criterio definito per il trattamento di questi messaggi”, spiega l’azienda, annunciando il giro di vite. Sempre secondo Repubblica, la nuova norma vale per gli account appartenenti a personaggi politici, verificati, e a coloro che hanno oltre 100mila follower. Se un tweet dovesse esser contrassegnato per una violazione un comitato della multinazionale di San Francisco deciderà poi se il messaggio è di interesse pubblico. Già, ma questo sedicente comitato sarà davvero imparziale? Qualche dubbio c’è".
Purtroppo, il problema c'è e non riguarda solo Twitter.
Per avere pubblicato su Facebook una foto di Benito Mussolini, senza fargli apologia, io mi sono visto con il mio account disattivato.
Ripeto, non ho fatto apologia di fascismo, essendo io un conservatore-liberale.
L'articolo correlato dimostrava ciò.
Eppure, mi sono visto con il profilo disattivato definitivamente.
Sui social network si pubblica di tutto.
Si pubblicano anche post che, per esempio, inneggiano al boicottaggio di Israele.
Ora, il boicottaggio di Israele è una misura antisemita.
Eppure, coloro che pubblicano post che inneggiano ad una cosa del genere agiscono indisturbati.
Dunque, non si capisce quali siano gli standard di coloro che gestiscono i social network.
Questo è un limite alla libertà di espressione.
Infatti, in una società realmente liberale, ognuno ha la libertà di fare ciò che vuole, fintanto che non fa del male al prossimo.
Noi siamo ancora una società autenticamente liberale o siamo in una società falsamente liberale in cui vige un pensiero unico?
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