Queste sono le tappe:
1 - Viene attribuita al premier Berlusconi una frase volgare sulla cancelliera tedesca Angela Merkel. È un falso. Ma fa il giro d'Europa. E irrita la Merkel.
2 - Il 19 marzo la Francia di Sarkozy attacca la Libia. Berlusconi è contrario. Ma viene «costretto» da Napolitano a concedere ai francesi l'uso delle basi italiane.
3 - Montano le pressioni internazionali. Ma il Cavaliere a giugno ottiene la nomina di Mario Draghi a presidente della Bce.
4 - La Bundesbank intima alle banche tedesche di vendere sul mercato secondario tutti i titoli del debito pubblico italiano. La quotazione si riduce del 30%. Lo spread vola.
5 - Circola la falsa notizia che l'Italia sia sull'orlo del baratro a causa dello spread.
6 - A giugno c'è un intenso scambio di telefonate tra Napolitano e la Merkel. Il capo dello Stato incontra segretamente Mario Monti e Corrado Passera, che elabora un programma per l'economia.
7 - Monti fa le sue personali «consultazioni» e incontra Romano Prodi e Carlo De Benedetti, editore del gruppo Espresso in causa con Fininvest. De Benedetti non mette i suoi giornali al corrente del progetto di Napolitano.
8 - Il 5 agosto la Bce invia una lettera al governo chiedendo di rafforzare le «riforme strutturali» e di anticipare di un anno, al 2013, il pareggio di bilancio.
9 - A settembre i derivati sul debito sovrano raggiungono il picco di valore (504 contro 171 di giugno). Barroso incontra Berlusconi e mette l'Italia sotto accusa.
10 - Ai primi di ottobre Moody's declassa il debito pubblico italiano da AA2 ad A2. Giudizi negativi anche da Fitch.
11 - Il 23 ottobre, a margine del vertice dei capi di Stato, la Merkel e Sarkozy irridono pubblicamente Berlusconi.
12 - Il 26 ottobre il governo italiano manda una lettera all'Ue con l'agenda degli impegni per le riforme.
13 - Gli impegni per le riforme confluiscono in un decreto legge, Berlusconi assicura all'Europa che sarà approvato subito.
14 - Tremonti comunica a Berlusconi che Napolitano non firmerà il decreto legge.
15 - Il 3 novembre Berlusconi si trova a mani vuote al G20 di Cannes. All'Italia viene offerto un finanziamento del Fmi da 30 a 50 miliardi. Berlusconi dice no.
16 - La proposta di prestito sale a 100 miliardi. Berlusconi ribadisce il «no».
17 - Otto parlamentari lasciano il Pdl «per senso di responsabilità».
18 - Il 9 novembre Napolitano nomina Monti senatore a vita. Si vota alla Camera il rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2010, che viene approvato con soli due voti di maggioranza.
19 - Napolitano convoca Berlusconi e gli intima di dimettersi per fare un governo tecnico.
20 - Il 12 novembre Berlusconi si dimette.
Che la frase volgare su Angela Merkel attribuita a Berlusconi sia un falso è dimostrato da un articolo di Marco Travaglio su "Il Fatto Quotidiano".
Travaglio non è certo un fan del presidente Berlusconi.
Inoltre, tengo a ricordare che l'inizio di questa storia risale ad un anno rispetto a quanto riportato da "Il Giornale".
Dopo l'"apogeo" di Berlusconi del 2009, nella primavera del 2010 c'è stata la rottura con Gianfranco Fini, ex-leader di Alleanza Nazionale e presidente della Camera dei Deputati.
Fini voleva scalare l'allora Popolo della Libertà, il partito nato dalla fusione di Alleanza Nazionale con Forza Italia ed altri movimenti.
Egli ha iniziato a prendere posizioni contro il suo stesso partito ed il governo.
Il video qui sotto (pubblicato su Youtube dal canale "C6TV") mostra lo scontro aperto tra Berlusconi e Fini.
Ricordo che Fini rilasciava certe dichiarazioni da presidente della Camera contro il suo stesso partito.
Nell'autunno del 2010, Fini ha fondato un suo partito: Futuro e Libertà per l'Italia.
Il 14 dicembre, Futuro e Libertà per l'Italia, l'Unione di Centro (allora partito di Pierferdinando Casini) ed il centrosinistra hanno cercato di sfiduciare il governo del presidente Berlusconi ma grazie ad alcune persone responsabili (molte delle quali tornate da Futuro e Libertà per l'Italia) il governo non è caduto.
Da lì, è iniziato il logoramento descritto da "Il Giornale".
Complimenti Antonio, una bella sintesi, ci sarebbe anche qualche altra cosa da dire ma va già bene così
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