quannu ntô lu granni palazzu...
accussì 'n Caserta...trasi...
su lu grannu scaluni 'nchiana...
pirchì lu re tu hai a 'ncuntrari...
accussì 'ntra lu Miritu et la Viritati,
cà lu Suli tocca cum la manu,
et tu...su lu liuni assittatu...da iusu...
lu re talia 'm majestas plena...
pirchì 'n essiri tu nun fussi prisuntusu!
Italiano:
Uomo del popolo...
quando nel gran palazzo...
così in Caserta...entri...
sul grande scalone sali...
perché il re tu hai ad incontrare...
così tra il Merito e la Verità,
che il Sole tocca con la mano...
e tu...sul leone assiso...da sotto...
il re mira in maestà piena...
perché nell'essere tu non sua presuntuoso!
Sky Arte HD (canale 120 di Sky) offre molti spunti.
Uno di questi riguarda un programma fatto in collaborazione con il Gruppo "Autostrade per l'Italia" SPA e condotto da Dario Vergassola.
Il progetto del Gruppo "Autostrade per l'Italia" è intitolato "Sei in un Paese meraviglioso" ed aiuta a scoprire le meraviglie d'Italia.
Una puntata di questa trasmissione televisiva è stato fatto nella Reggia di Caserta, opera di Luigi Vanvitelli (20 maggio 1700-1° marzo 1773).
La mia poesia (in maccheronico-siciliano e in italiano) nel parla.
Voluta dal re di Napoli Carlo VII di Borbone (20 gennaio 1716-14 dicembre 1788, che nel 1759 divenne re di Spagna con il nome di Carlo III) la Reggia di Caserta è ancora oggi l'esempio perfetto di arte espressa dal dispotismo illuminato.
Il dispotismo illuminato fu quella concezione dei sovrani del XVIII secolo in cui si unirono i principi dell'assolutismo monarchico e quelli dell'Illuminismo.
L'esempio è proprio nello scalone d'onore della reggia.
Nella parte alta dello scalone si vedono tre statue.
La statua nel mezzo è il ritratto del monarca, re Carlo VII di Borbone, il quale è seduto su un leone.
La simbologia è molto semplice: il re è capo dello Stato e comanda anche sui sudditi più potenti.
Pensiamo, ad esempio, al clero.
Durante l'Illuminismo, nei Paesi cattolici, si affermò il principio del giurisdizionalismo, un principio secondo cui il re poteva limitare il potere della Chiesa.
Mi vengono in mente il gallicanesimo in Francia ed il giuseppinismo nel Sacro Romano Impero, sotto l'imperatore Giuseppe II d'Asburgo (13 marzo 1741-20 febbraio 1790).
Mi viene in mente quello che volle fare il vescovo giansenista di Pistoia Scipione de' Ricci (19 gennaio 1740-27 gennaio 1840), che durante il governo del granduca di Toscana Leopoldo II (5 maggio 1747-1°marzo 1792) arrivò persino a fare un sinodo con cui avrebbe causato uno scisma da Roma, cosa che fu evitata dalla presa di posizione del clero e dalla partenza del granduca alla volta di Vienna, ove divenne imperatore del Sacro Romano Impero, nel 1790.
Alla destra del sovrano vi è la statua che raffigura il Merito.
Il Merito sembra un soldato romano che ha acquistato la gloria nella battaglia.
Il significato è semplice: il re è re per grazia di Dio ma anche per meriti suoi.
Dall'altra parte vi è la statua della Verità, raffigurata con le fattezze di una donna che ha il mondo ai piedi e che tocca il Sole.
Questo è un simbolo massonico.
Il Sole compare nella simbologia massonica.
Prendo queste parole del sito della Gran Loggia d'Italia:
"Il Sole si associa ad una numerosa serie di valenze simboliche, fra cui quella dinamica-assiale, secondo la corrispondenza Sole-Spirito-Fuoco; quella amorosa e intellettiva, in quanto il sole è analogo al calore come la verità alla luce; quella purificatrice; quella eroica e mediatrice, poiché il Sole adempie in molte antiche tradizioni alle funzioni di “eroe” (che scende ogni sera nel regno degli Inferi e ne esce ogni giorno vittorioso) e di guida dell'anima umana nell'aldilà.".
La statua della Verità si confà esattamente a questa dicitura.
L'autore fu lo scultore napoletano Tommaso Solari (4 settembre 1820-1889 o 1897).
L'iscrizione avrebbe dovuto mettere in risalto la maestà del re che per l'appunto tiene a freno sia i piccoli sudditi che quelli grandi.
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