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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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mercoledì 12 aprile 2017

La questione degli omosessuali

Cari amici ed amiche,

riporto un articolo del sito "Gay Post" che è intitolato "In Cecenia campi di concentramento, torture e sterminio: è sterminio dei gay".
Stando all'articolo, in Cecenia ci sono problemi per gli omosessuali.
Ora, io faccio un discorso più ampio.
Quelli che la pensano come me vengono tacciati di essere "omofobi", per il fatto di essere contrari ai matrimoni tra persone dello stesso sesso.
Io respingo questa accusa al mittente.
Io penso che i diritti individuali di chiunque debbano essere garantiti.
Questo vale tanto per noi, eterosessuali, quanto per gli omosessuali.
In poche parole, ogni persona deve avere il diritto di esprimere le sue opinioni e di autodeterminarsi, a prescindere dal fatto che sia omosessuale o eterosessuale.
Per esempio, una persona deve avere il diritto di avere un lavoro, a prescindere dal fatto che sia omosessuale o eterosessuale.
Se io fossi un imprenditore, non mi interesserebbe del fatto che una persona sia omosessuale o eterosessuale.
A me basterebbe la sua professionalità.
Diverso è il discorso del matrimonio poiché su quel versante non ci sono solo i diritti individuali ma anche altri diritti, come i diritti del nascituro.
L'istituzione del matrimonio omosessuale implica anche la questione delle adozioni e della fecondazione assistita, intorno alla quale vi è un business.
Sappiamo tutti che la questione del matrimonio omosessuale è usata come grimaldello per aprire la strada alla fecondazione assistita e al business che c'è intorno ad essa, così come a pratiche quantomeno discutibili, come l'eugenetica.
Io sarei favorevole ad una legge che darebbe alcuni diritti (come i diritti ereditari, che sono diritti individuali) alle coppie di fatto (omo ed eterosessuali che siano) ma non al vero matrimonio omosessuale.
Ora, io rispondo ad una domanda che mi è stata posta.
Questa è la domanda: "Se avessi la possibilità di diventare marito e padre e tuo figlio (o tua figlia) un giorno ti dicesse di essere omosessuale, cosa faresti?"
Io pongo la domanda in questo modo. Comunque, è una gran bella domanda.
Se mio figlio (o mia figlia) mi dicesse di essere omosessuale, in un primo momento, mi dispiacerebbe, per il fatto che quel figlio (o quella figlia) non mi farebbe diventare nonno.
Poi, però, io me ne farei una ragione e continuerei a volere bene a quel figlio (o a quella figlia) e (di sicuro) non sarei tra quelli che dicono: "Meglio un figlio morto che gay!".
Del resto, per noi cattolici l'omosessualità è un peccato.
Però, il fatto di non essere omosessuale non mi rende meno peccatore di chi è omosessuale.
Quindi, nessuno pontifichi su nessuno.
Si pecca in pensieri, parole opere ed omissioni.
Noi non siamo come quelli dell'Isis che gettano gli omosessuali dai palazzi, poiché ritengono che il peccato sia un reato.
Se ogni persona dovesse essere punita in base ai peccati, ben pochi resterebbero in vita.
Cordiali saluti.


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Ringrazio un caro amico di questa foto.