come riporta "Il Giornale", a Bologna ci sono stati scontri.
Per avere messo i tornelli all'ingresso della biblioteca di lettere dell'Università, i collettivi studenteschi hanno fatto caos.
Gli studenti ieri hanno smontato la porta a vetri di via Zamboni e ne hanno depositato alcuni resti davanti al rettorato.
Così, essi hanno occupato l'aula.
Oggi pomeriggio, i poliziotti sono intervenuti in tenuta antisommossa.
Poi subito dopo la tensione si è spostata all'esterno dell'Università. Sono arrivati alcuni gruppi di manifestanti che hanno provato ad attaccare la polizia. Gli agenti hanno respinto l'assalto fino a piazza Scaravilli. Poi, c'è stato un nuovo respingimento fino a via Belle Arti.
Cosa vogliono questi collettivi di studenti di sinistra?
I tornelli sono stati messi per creare ordine e mantenere la sicurezza.
Il bello è che, se poi viene la polizia a mettere ordine, questi "signori" reagiscono.
Siamo sempre alle solite.
Cordiali saluti.
I tornelli impediscono ai cittadini comuni di poter accedere ad una biblioteca pubblica, tenendoli lontani dai libri e dal sapere. Per quale motivo un cittadino non può entrare in una biblioteca per fare delle ricerche da sé o anche solo per il piacere di leggere dei libri storici? È sufficiente prevedere (come già è previsto) l'identificazione, ossia la consegna di un documento di identità quando si accede in una biblioteca.
RispondiEliminaLa modalità degli studenti è stata sbagliata ed esageratamente dimostrativa, però la questione posta era giusta: la cultura non deve essere di nicchia, elitaria, essa va resa popolare, aperta a tutta la cittadinanza, ciò che i tornelli impediscono (dato che consentono l'ingresso ai soli studenti). Era questa la questione di fondo.
Ma lei è contento di non poter accedere ad una biblioteca universitaria pubblica solo perché non è uno studente? Immagino di no....almeno spero.
Siamo in una fase storica elitaria, in cui il popolo è sempre più marginalizzato e tenuto lontano da tutto, perfino dalla sovranità politica (vedi governi non eletti). Imoedirgli l'accesso alle biblioteche è un ulteriore tassello di questo tragico periodo.
Il rettore di Bologna ha torto: non solo ha adottato un provvedimento profondamente sbagliato, ma ha anche gestito malissimo le proteste, dato che, siccome è dagli anni 70 che la polizia non entra nelle università (per la nostra particolare storia italiana), ha chiesto alla polizia di intervenire per una semplice occupazione, così facendo scaldare gli animi. Avrebbe dovuto incontrare una rappresentanza di studenti e risolvere da sé il problema: dopo tutto il ruolo di rettore è molto importante poiché coinvolge non solo il diritto allo studio ma anche dinamiche profondamente politiche. L'università non è un luogo pubblico come altri.
NO AI TORNELLI: TUTTI DOBBIAMO POTER ACCEDERE, PREVIA IDENTIFICAZIONE, NELLE BIBLIOTECHE. Non trova?
Non penso che un tornello sia un limite all'accesso in biblioteca.
RispondiEliminaCerto che sì e infatti era questo il pomo della discordia nel caso di Bologna: potevano entrare solo coloro muniti di tesserino universitario telematico. Chi non l'aveva non poteva entrare. Ergo, fuori la cittadinanza dalla biblioteca. Se invece si fosse prevista una tessera per tutti i cittadini, i tornelli non avrebbero dato alcun fastidio, anzi.
RispondiEliminaPer la cittadinanza ci sono librerie e biblioteche comunali.
RispondiEliminaLa biblioteca in questione è dell'università.
I tornelli sarebbero serviti a tenere lontani i casinisti.