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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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lunedì 14 novembre 2016

Il motivo del mio "No".



Cari amici ed amiche,

questa "riforma" costituzionale che il premier Matteo Renzi vuole propinarci e che sarà votata al referendum del 4 dicembre non mi piace.
Non piace a molti.
Il motivo è che leggendola attentamente noto che essa è confusionaria.
Più la leggo e più noto questa sua confusione.
Per esempio, il nuovo Senato, che tra le altre cose non sarà più eletto dal popolo ma sarà nominato dai Consigli delle Regioni, avrà la funzione di raccordo tra lo Stato e le Regioni.
Peccato, però, che un organo simile già c'è ed è la Conferenza Stato-Regioni.
Essa è la sede dove il Governo acquisisce l’avviso delle Regioni sui più importanti atti amministrativi e normativi di interesse regionale; persegue l’obiettivo di realizzare la leale collaborazione tra Amministrazioni centrale e regionali e si riunisce in una apposita sessione comunitaria per la trattazione di tutti gli aspetti della politica comunitaria che sono anche di interesse regionale e provinciale.
Se Renzi avesse voluto fare una riforma più sensata, avrebbe potuto abolire completamente il Senato e sostituirlo con la Conferenza Stato-Regioni, dandole anche le competenze che spettano al Senato "riformato" e che sono:


  • LEGGI DI REVISIONE COSTITUZIONALE E ALTRE LEGGI COSTITUZIONALI 



  • ATTUAZIONE DELLA COSTITUZIONE IN MATERIA DI TUTELA DELLE MINORANZE 



  • LINGUISTICHE ATTUAZIONE DELLA COSTITUZIONE IN MATERIA DI REFERENDUM 



  • ORDINAMENTO, FUNZIONI E LEGISLAZIONE ELETTORALE DI COMUNI E CITTÀ METROPOLITANE SISTEMA ELETTORALE DEL SENATO ATTRIBUZIONE ALLE REGIONI 



  • DI AUTONOMIA ULTERIORE RISPETTO A QUELLA ORDINARIA.
Sarebbe stata una riforma molto più semplice e profonda.
Invece, questa "riforma" di Renzi metterà solo confusione.
In primo luogo, essa porterà ad uno scontro tra i due rami del Parlamento, la Camera ed il Senato.
Anche se sarà "riformato", il Senato avrà ancora molti poteri, come quelli elencati qui sopra e potrà ancora influire sul processo legislativo.
Con questa "riforma" ci sarà un rischio serio di una paralisi istituzionale. 
La Camera dei Deputati rimarrà un organo eletto dal popolo (anche se con una legge elettorale discutibile, poiché rischierà di fare andare al governo anche un partito che prenderà solo il 20% dei voti, alla faccia della rappresentatività) ed avrà una maggioranza.
Tuttavia, la maggioranza della Camera dei Deputati rischierà di non essere eguale a quella del Senato, il quale non sarà più eletto dal popolo ma sarà fatto da gente nominata dalle Regioni.
Ergo, se non ci sarà l'accordo tra i due rami del Parlamento ci sarà il blocco totale.
Ci sarà anche il rischio di scontro tra il Parlamento e la Conferenza Stato-Regioni.
Per il nuovo Senato, infatti, non è previsto il vincolo di mandato territoriale, cosa che invece è presente nella Conferenza Stato-Regioni.
Quindi, cosa accade?
Accade che un consigliere regionale che viene mandato da un'amministrazione regionale alla Conferenza Stato-Regioni deve fare quello unicamente l'interesse della Regione da cui è stato mandato.
Il nuovo Senato, invece, non avrà questo vincolo.
Ergo, nel nuovo Senato, un consigliere di una Regione non farà l'interesse di quest'ultima ma farà l'interesse suo o del suo partito.
Quindi, ci sarà esserci questo rischio: con questa "riforma",  un consigliere regionale potrà essere mandato sia nella Conferenza Stato-Regioni sia in Senato e dare un certo voto nella prima ed un voto contrario nell'altro.
Questo genererà solo un grande casino.
Inoltre, la "riforma" di Renzi non migliorerà la governabilità.
Il Governo avrà solo la fiducia della Camera dei Deputati ma neppure essa avrà vincolo di mandato.
Se ci fosse il vincolo di mandato, un deputato eletto alla Camera non potrebbe partito, senza dimettersi dal suo seggio.
Ergo, i deputati potranno ancora cambiare partito e fare cadere il Governo, con la stessa facilità con cui fanno cadere i Governi oggi.
Questa "riforma" non ridurrà nemmeno il numero dei deputati.
Seicentotrenta deputati sono troppi e troppo costosi.
Nella Camera dei Rappresentanti degli USA (che è l'equivalente americano della nostra Camera dei Deputati) i membri sono 441, di cui 435 votanti e 6 non votanti.
Ora, gli USA sono un Paese molto più grande e popoloso del nostro.
Inoltre, vi sarà il problema delle Regioni.
Le Regioni a statuto speciale non perderanno i loro privilegi, con la "riforma" di Renzi. Regioni come Trentino-Alto Adige e Sicilia continueranno a spendere e spandere. Saranno le altre Regioni a perdere potere e quelle con bilancio virtuoso (come Veneto e Lombardia) saranno in difficoltà. Serve un vero federalismo che dia lo stesso livello di autonomia a tutte le Regioni, dalle Alpi alla Sicilia.
La "riforma" di Renzi non prevede ciò.
Per questo, io voterò "No" a questo schifo.
Per informarvi meglio, visitate il sito del "Comitato per il No".
Cordiali saluti.
 

2 commenti:

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.