Cari amici ed amiche,
un articolo scritto su "Il Giornale" da Paolo Guzzanti smentisce alcune cavolate dette sul candidato repubblicano Donald Trump:
"1 - Trump non è mai stato razzista, anzi molti latinos e molti afroamericani lo sostengono con convinzione. Semmai il tycoon che rischia di «scandalizzare» il mondo sbarcando armi e bagagli alla casa Bianca non ha mai nascosto il suo fastidio nei confronti di chi fa del «buonismo nero» elettorale, come ad esempio la sua avversaria Hillary Clinton. Quando era alle dipendenze del padre, Donald accettò la disposizione di seppellire in fondo alla pila le richieste di acquirenti neri, per non far calare i prezzi delle case che vendeva.
2 - Donald Trump Si è sempre vantato di avere alle sue dipendenze più lavoratori messicani (legali) che americani. Lo tesso fa quando lo accusano di sessismo: «Nei posti dirigenziali ho sempre avuto più donne che uomini».
3 - Tutti si aspettavano un flop abissale quando furono diffuse le vecchie registrazioni di Trump che spiega che avrebbe voluto fare a certe donne. E invece il flop non c'è stato. Mia figlia, che è un'americana di 15 anni mi ha detto: «Papà perché ti scandalizzi? Quello che ha detto Trump è esattamente ciò che tutti gli uomini di ogni luogo o epoca hanno sempre detto e diranno sulle donne, quindi smettila».
4 - Quando gridò davanti alle telecamere: «Russia, se hai questi famosi file di Hillary per piacere, tirali fuori e facceli vedere», era una ovvia battuta teatrale nel momento in cui tutti accusavano i russi di hackeraggio. The Donald.
5 - In uno dei primi dibattiti si infuriò contro la conduttrice che lo aveva messo in difficoltà, disse: «È una donna tremenda. Sprizzava sangue. Letteralmente. Dagli occhi e non soltanto da quelli». Fu presa per una greve allusione mestruale, che lui ha sempre negato, ma il dibattito ancora prosegue.
6 - Il «Body Language» di Donald è molto «italiano», nel senso che gesticola moltissimo ed ha la capacità teatrale di imitare, fare mille facce, simulare ogni sentimento ed essere graffiante, In uno scontro a due con Hillary, le disse: «Certo che non avresti potuto perché se io fossi già presidente tu saresti già in galera». Colpi proibiti sotto la cintura o, nel caso di Hillary, sotto il punto-vita.
7 - Come fecero a suo tempo con Berlusconi, una quantità virale di filmati sulla sua persona e le sue espressioni girano per il web con montaggi e artifici non sempre esilaranti. Trump ha detto di Berlusconi che lo ammira molto. Berlusconi ha invece detto di lui: «Non prendo posizione. Non so chi diventerà presidente ma so che i Clinton sono sempre stati molto gentili e sinceri con me».
8 - Usa un linguaggio «destrutturato». Non soltanto non segue un copione, o un «gobbo», ma non si può neanche dire che parli a braccio: comincia, e poi quel che viene, viene. Trascritti, i suoi discorsi sono pieni di nonsense e di anacoluti, ma l'effetto visivo è straordinario: più che un filo logico segue un filo emotivo, trascina i suoi ad un plateau emotivo che raggiunge i suo picco e poi si scatena in un orgasmo corale.
9 - Adora gli aeroporti cinesi, giapponesi e orientali in generale: «Ma avete visto che schifo di aeroporti abbiamo noi? Avete visto quelli degli altri? Da vergognarsi».
10 - La sua famiglia viene dalla Germania e nei decenni ha fatto sforzi enormi per de-tedeschizzarsi. Suo padre si spacciava per discendente di una famiglia irlandese e Donald ha costruito e gestisce decine di campi di golf in Irlanda. Quando gli irlandesi per fargli dispetto gli scrivono «Que viva Mexico!» riferendosi alla questione del muro, non dà segni di reazione. Anche perché, peraltro, da molti mesi Trump non parla più del muro col Messico. Ha abbassato i toni, ma non ha ammainato il principio secondo cui «ciascuno è padrone in casa propria» e di «chi rompe, paga». Il famoso muro in parte esiste già e per centnaia di chilometri non potrebbe comunque esistere per le condizioni orografiche. Da ricordare che quanto Matteo Salvini andò a farsi fotografare con lui considerandolo l'eroe dei muri e delle divisioni, Trump negò; «Mai visto. E anche se l'avessi visto non le lo ricorderei».".
A parte la questione di Salvini (anche se Donald Trump lo avesse frequentato non sarebbe stato uno scandalo, perché il leader della Lega Nord non è certo xenofobo e razzista ma vuole solo che qui in Italia ci sia ordine) sul tycoon sono state dette e scritte scemenze da giornalisti e da giornali che, anziché fare il proprio lavoro di tutela del cittadino con l'informazione, hanno iniziato a fare propaganda pro-Hillary Clinton, diventando l'organo di stampa dei Democrats.
Questo non è accettabile.
Trump è un grande imprenditore e (scusate il termine) non un pirla preso da chissà quale posto.
Egli ha ottenuto la sua fortuna grazie a quella grande tradizione americana del sapere essere inclusivo ma non senza regole e criterio, cosa a cui invece credono i Democrats.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
Ovviamente sono d'accordo con quanto scrive Guzzanti, peraltro già letto in svariati articoli di giornalisti americani
RispondiEliminaAggiungo che ho letto molto anche della Clinton e più leggo e più trasecolo! She must be jailed
Appunto!
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