leggete il mio articolo su "Italia chiama Italia" che è intitolato "Se rinunciamo alle nostre tradizioni vince il terrore".
Nell'articolo ho contestato l'atteggiamento di chi "in nome del politicamente corretto" toglie i nostri simboli dalla vita pubblica.
Cito, come esempio, il famoso caso del monsignor Claudio Cipolla, il vescovo di Padova, che, in merito alle polemiche scoppiate riguardo al caso di presidi ed insegnanti di varie scuole che hanno vietato di fare festeggiare agli alunni nei loro plessi il Natale "per rispetto verso le altre religioni", ha detto di essere disposto a fare dei passi indietro sulle nostre tradizioni, per "mantenere la pace e l'amicizia".
Per la cronaca, il monsignore è anche mio conterraneo della Provincia di Mantova ed è stato parroco di Porto Mantovano e aveva collaborato anche alla redazione del libro "Instrumentum laboris", il libro Sinodo diocesano della Chiesa Mantovana. Io avevo partecipato ad esso come membro di uno dei piccoli gruppi sinodali, nella unità pastorale a cui faccio riferimento.
Se i prelati stessi incominciano a dire che "in nome del dialogo" si debbono fare passi indietro, non facendo più processioni patronali e togliendo presepi e crocifissi, è finita.
E' la fine.
Lo dico a chiare lettere: l'Occidente, con la sua civiltà liberale, i suoi diritti e le sue radici culturali giudaico-cristiane, è finito.
Anzi, dirò di più e forse qualcuno potrebbe scandalizzarsi. Questo arretramento culturale è la vittoria del terrorismo.
Il terrorismo vuole mortificare i nostri valori.
Anzi, dirò di più e forse qualcuno potrebbe scandalizzarsi. Questo arretramento culturale è la vittoria del terrorismo.
Il terrorismo vuole mortificare i nostri valori.
Ad oggi, lo dico fuori dai denti, mi fanno più paura coloro che dicono cose simili a quello che dicono persone come il preside della scuola di Rozzano, in Provincia di Milano, che ha vietato di festeggiare il Natale "per rispetto verso le altre religioni", o il vescovo di Padova che i terroristi stessi. La cosa grottesca è anche il fatto che molti degli stessi musulmani hanno detto di non avere nulla contro il presepe ed il crocifisso. Questi arretramenti culturali ci porteranno alla rovina.
Infatti, ogni arretramento della nostra cultura è una vittoria per il terrorismo.
Vogliamo capire che di fronte a questo nichilismo c'è chi vede nell'Islam, nella sua forma più fanatica, una risposta a ciò?
Guarda caso, nella "Francia laica" c'è stato quel sanguinoso attentato.
Gli autori dell'attentatori sono stati dei francesi figli di immigrati di religione musulmana.
I figli di questi immigrati rischiano di surrogare la mancanza di valori del Paese che li ospita con la religione islamica, nella sua forma più estrema e fanatica.
Chi toglie i presepi ed i crocifissi fa un favore ai terroristi.
Un altro esempio di prelato che non ha capito nulla è don Paolo Farinella, il prete comunista che ha detto che non farà allestire il presepio nella sua chiesa parrocchiale per fare un dispetto al leader della Lega Nord Matteo Salvini .
A quel prete che ha trasformato la sua chiesa in una "casa del popolo comunista", io vorrei dire se fossi il suo vescovo lo inviterei a lasciare l'abito.
Tra l'altro, don Farinella ammette anche la bestemmia in chiesa.
Questi uomini della Chiesa che credono di potere dialogare con tutti, questi professori e presidi che tolgono i presepi e le croci dalle scuole e questi politici che dicono che tutto va bene e che parlano sempre a favore dell'immigrazione sono esempi di pusillanimità, una pusillanimità che ci porterà al suicidio.
Una persona seria non dovrebbe più dare ascolto a questa gente che con la sua mancanza di coraggio rischia solo di dare una grossa mano al terrorismo.
Se il vostro parroco vi dice di non fare il presepio "per creare il dialogo" o "per non turbare i fratelli non cristiani" voi non ascoltatelo e fate un presepio grosso come una casa.
Dobbiamo riappropriarci delle nostre radici culturali e storiche, che (può piacere o meno) contemplano anche la radice giudaico-cristiana.
Pensiamo al fatto che al centro di ogni città ci sia una cattedrale o una chiesa.
Pensiamo ai grandi autori della nostra letteratura che si ispiravano al Cristianesimo, come Dante Alighieri, Ugo Foscolo ed Alessandro Manzoni.
Ogni mattina, il primo suono che noi sentiamo è quello delle campane delle chiese.
Quindi, piantiamola con questa retorica!
Cordiali saluti.
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