sto finendo di leggere il libro di Magdi Cristiano Allam che è intitolato "Islam, siamo in guerra".
A me, questo libro piace.
Sia chiaro, non condivido la scelta di Magdi Cristiano Allam presa di distanza radicale dalla Chiesa cattolica però con questo libro egli vuole darci una svegliata.
Sul dialogo tra noi cristiani ed i musulmani, io vorrei dire alcune cose.
In primo luogo, un vero dialogo si fa portando alla luce anche le differenze.
La principale differenza tra noi e loro sta nel fatto che noi crediamo in Gesù Cristo come Figlio di Dio e Messia mentre per i musulmani egli è un profeta.
Ora, tra di noi c'è chi vuole fare combaciare le due fedi.
Una cosa del genere non è dialogo.
Le due fedi non possono combaciare.
Come si fa a credere contemporaneamente che Gesù sia il Cristo, il Figlio di Dio, ed un semplice profeta, un profeta importante ma che nulla ha di divino?
O si crede che Gesù sia il Figlio di Dio (e si è cristiani) o si crede che egli sia un semplice profeta (e si è musulmani).
Questo è lapalissiano.
Io sono cristiano. Io credo in Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra.E in Gesù Cristo, Suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, mori e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente: di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
I musulmani credono in Allah e in Maometto.
Questo va chiarito.
In secondo luogo, l'Islam deve chiarire riguardo la sua posizione alla questione dei musulmani che cambiano fede, degli omosessuali, dei non musulmani e delle donne.
Deve chiarire in modo ufficiale.
Sia chiaro, io sono tra quelli che dicono che non tutti i musulmani sono terroristi ma che tutti i terroristi sono musulmani.
Questo è un dato di fatto.
Per finire, non si dica che questa non è una guerra di religione.
Ricordo la Lectio Magistralis che fu pronunciata a Ratisbona da Papa Benedetto XVI il 12 settembre 2006, quella in cui il Papa disse queste frasi dell'imperatore bizantino Michele VIII Paleologo:
"Nel settimo colloquio (διάλεξις – controversia) edito dal prof. Khoury, l'imperatore tocca il tema della jihād, della guerra santa. (...) egli, in modo sorprendentemente brusco, si rivolge al suo interlocutore semplicemente con la domanda centrale sul rapporto tra religione e violenza in genere, dicendo: "Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava". L'imperatore, dopo essersi pronunciato in modo così pesante, spiega poi minuziosamente le ragioni per cui la diffusione della fede mediante la violenza è cosa irragionevole. La violenza è in contrasto con la natura di Dio e la natura dell'anima. "Dio non si compiace del sangue - egli dice -, non agire secondo ragione, „σὺν λόγω”, è contrario alla natura di Dio. La fede è frutto dell'anima, non del corpo. Chi quindi vuole condurre qualcuno alla fede ha bisogno della capacità di parlare bene e di ragionare correttamente, non invece della violenza e della minaccia… Per convincere un'anima ragionevole non è necessario disporre né del proprio braccio, né di strumenti per colpire né di qualunque altro mezzo con cui si possa minacciare una persona di morte"".
Dai capi del mondo islamico, ci fu un attacco quasi all'unisono contro il Papa.
Questa è una guerra di religione.
Cordiali saluti.
Nessun commento:
Posta un commento