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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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domenica 5 aprile 2015

Israele difende i cristiani

Cari amici ed amiche,

leggete l'articolo del sito "Israele.net" che è intitolato "E’ dura essere cristiani in Israele, ma non per colpa del governo o degli ebrei".

L'articolo è stato scritto dal prete ortodosso padre Gabriel Nadaf, il quale si impegna molto per la causa di Israele.
Ringrazio il mio socio ed amico Morris Sonnino che me l'ha portato all'attenzione.


Simboli cristiani su una divisa delle Forze di Difesa Israeliane
Dell'articolo è interessante questa parte:

"Il mio nome è Gabriel Nadaf e ho il privilegio di essere un sacerdote greco-ortodosso originario di Nazareth, in Galilea. La mia gente è stata erroneamente definita “arabi cristiani”, ma la realtà è che siamo aramei, discendenti di persone che hanno vissuto qui in Israele sin dai tempi biblici.Recentemente, a seguito di una lunga campagna pubblica, il Ministero dell’interno israeliano ci ha riconosciuti come “nazione aramea“. Partner in questo sforzo sono state diverse organizzazioni sioniste israeliane.

Negli ultimi tre anni sono diventato una figura controversa, in Israele, per il semplice motivo che io abbraccio il sionismo, la sovranità ebraica in Israele e la tolleranza, il rispetto e le opportunità che sono scaturite per tutti da quella sovranità. Ritengo che i nostri giovani – i giovani cristiani – debbano integrarsi pienamente nella società israeliana. Parte integrante di tale integrazione è il servizio di leva nelle Forze di Difesa Israeliane o altre forme di servizio civile nazionale normalmente previste dalla legge israeliana per i diciottenni.

Nel 2012, insieme ad alcuni ufficiali cristiani delle Forze di Difesa israeliane ho fondato il Forum per l’Arruolamento dei Cristiani Israeliani. I miei sforzi hanno avuto risultati contrastanti. Sul versante positivo, centinaia di giovani cristiani, arabi o aramei, hanno ascoltato il mio appello e hanno servito il proprio paese con distinzione. Sono stati accolti dai loro commilitoni, che li considerano compagni d’armi e non stranieri mescolati fra loro.

Sul versante negativo, il contraccolpo – per così dire – dei miei sforzi fra gli elementi oltranzisti delle comunità cristiana e arabo-musulmana è stato molto forte. Soldati cristiani sono stati tormentanti dai loro vicini, e in molti casi dalle loro stesse famiglie. Questi soldati si sono trovati costretti a spogliarsi delle uniformi dell’esercito prima di rientrare nelle comunità d’origine per il concreto timore d’essere fatti segno di vessazioni sulla via di casa. Nel 2012, durante una conferenza a Nazareth dei sostenitori del nostro Forum, un leader locale, l’avvocato Abir Kopty dal Mossawa Center, ha attaccato i partecipanti accusandoli di perseguitare i palestinesi, sostenendo che l’integrazione dei cristiani nelle Forze di Difesa israeliane è un tentativo di dividere la società araba nella sua “lotta nazionale contro Israele”. Dopo quella conferenza, è iniziata una campagna di molestie contro gli organizzatori. Gli studenti che avevano partecipato sono stati minacciati, isolati e fatti oggetto di ogni sorta di umiliazione attraverso i social network e sui mass-media arabi. Personalmente, le mie opinioni e le mie iniziative mi hanno procurato numerose minacce di morte, la scomunica da parte del Consiglio della Chiesa Ortodossa e l’interdizione ad entrare nella Basilica dell’Annunciazione.

Tutte queste angherie non hanno nulla a che fare con il governo israeliano o la popolazione ebraica.".

Per la verità, oggi i cristiani in Medio Oriente hanno preso coscienza del fatto di non essere arabi.
Forse, la presenza dello Stato di Israele ha in qualche modo fatto sì che i cristiani mediorientali prendessero coscienza di ciò.
I cristiani in Israele godono di larga tolleranza.
Questo ha fatto sì che una parte molto consistente di essi si polarizzasse verso Israele.
Il problema è che a questo punto  le comunità arabo musulmane abbiano iniziato a vedere in questi cristiani "arabi" dei traditori e che parte delle comunità cristiane abbiano paura.
Questa paura le spinge a mettersi contro i loro correligionari che hanno abbracciato la causa di Israele.
Comunque, padre Nadaf è molto coraggioso e lui vuole dimostrare che in Israele i cristiani sono liberi.
I mass media occidentali si informino meglio.
Cordiali saluti.


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Ringrazio un caro amico di questa foto.