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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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domenica 26 aprile 2015

Quello che Laura Boldrini ignora sui partigiani

Cari amici ed amiche,

leggete l'articolo de "Il Giornale" che è intitolato "Tutto quello che la Boldrini non sa sui crimini dei partigiani".
Dell'articolo è interessante questa parte:

"La realtà partigiana, infatti, è un po’ più complessa rispetto a come la vorrebbe la Boldrini. Ci furono dei partigiani - come ad esempio Eugenio Corti, "l’ultimo soldato del re" - che decisero di prendere le armi contro i repubblichini perché volevano difendere la parola data: avrebbero servito il re in qualsiasi posto e in qualsiasi frangente. Altri, come Giovannino Guareschi, si fecero spedire nei campi di concentramento tedeschi come Imi, Internati militari italiani. Anche loro membri del regio esercito. Anche loro fedeli al re. A ogni costo. C’era poi i partigiani bianchi, quelli nati nelle associazioni cattoliche. C'era, quindi, chi lottava per una parola data, per mantenere fede a un onore.

Dall’altra, i partigiani rossi che, va detto, non accelerarono affatto la ritirata tedesca, anzi: la resero ancora più sanguinosa. I continui attentati provocarono continue rappresaglie. Morti su morti. I partigiani rossi volevano sostituire una dittatura, quella fascista, con un’altra dittatura ben peggiore, se mai si può fare una classifica delle dittature, quella comunista. E, per raggiungere questo obiettivo, i partigiani rossi fecero fuori parecchi partigiani bianchi. Quelli della brigata Osoppo, per esempio, alla quale apparteneva anche il fratello di Pier Paolo Pasolini, Guido
.".

Effettivamente, queste parole sono vere.
La presidentessa della Camera dei Deputati Laura Boldrini esalta tanto i partigiani ma forse dovrebbe informarsi meglio.
I partigiani monarchici e cattolici combatterono veramente contro il nazifascismo per tentare di liberare veramente l'Italia.
I partigiani comunisti, invece, combatterono il nazifascismo per portare l'Italia al comunismo sovietico e non per liberarla da giogo tedesco.
Gli attentati fatti dai comunisti ai tedeschi favorivano le rappresaglie di questi ultimi, che nella loro barbarie uccidevano anche gente innocente e gente che combatteva contro il nazismo.
Il caso del "Triangolo della Morte" in Emilia Romagna, in cui i partigiani comunisti uccisero 4.500 persone tra i partigiani cattolici tra il 1943 ed il 1949.
Pensiamo al caso del Beato Rolando Rivi, il seminarista freddato dai partigiani comunisti il 13 aprile 1945.
Pensiamo al caso di Carlo Borsani, il ragazzo di ventotto anni che ebbe la medaglia d'oro per essersi battuto per l'Italia e che fu ucciso dai partigiani comunisti perché accusato di essere fascista. Il suo corpo fu gettato da un camioncino dei rifiuti con la scritta che recitava: "Ex-medaglia d'oro".
Ricordiamoci anche degli italiani uccisi e gettati nelle foibe in Venezia Giulia, Istria e Dalmazia dai partigiani comunisti jugoslavi, con il silenzio di quelli italiani.
La storia va raccontata bene.
Cordiali saluti.


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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screenshot del Corriere della Sera.