leggete l'articolo de "Il Giornale" che è intitolato "I magistrati fanno le vittime ma non erano loro l'obiettivo".
Qualcuno ha interpretato la sparatoria che c'è stata nel tribunale di Milano come un attacco alla magistratura.
Io non sono d'accordo con questa tesi.
Prima di tutto, quanto accaduto è stato gravissimo.
La cosa più grave, però, è stata al fatto che una persona armata sia entrata indisturbata in un tribunale.
Tra l'altro, questa persona è anche riuscita a fuggire, prima di essere stata fermata ed arrestata.
Questo aggrava il tutto.
Però, io non penso che sia stato un attacco contro la magistratura in sé.
Io penso che sia stato un attacco contro il sistema.
In primo luogo, oltre al giudice Fernando Ciampi, sono morti anche l'avvocato dell'imputato ed uno dei due coimputati.
Il 28 aprile 2013, ci fu una sparatoria a Roma, di fronte a Palazzo Chigi.
Un uomo di nome Luigi Preiti volle sparare ai politici, i ministri del neonato governo presieduto da Enrico Letta, sparò e ferì gravemente un maresciallo dei carabinieri, Giuseppe Giangrande.
In precedenza altre figure istituzionali vennero colpite da persone che avevano dei problemi (non sto qui ad elencarli) e che ad un certo punto impazzirono.
Qui si è creata un'avversione verso le istituzioni e figure istituzionali.
Questa avversione riguarda tutti, dal politico al magistrato, passando per il funzionario pubblico, il poliziotto ed il carabiniere, ed eventi drammatici (come la sparatoria di Milano o quella che ci fu a Roma nel 2013) ne sono le più violente manifestazioni.
Dobbiamo fare tutti una riflessione.
Per i defunti, esprimo il mio cordoglio.
Cordiali saluti.
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