Anniversario Morte Totò: esattamente 48 anni fa ci lasciava «il principe della risata», l’artista partenopeo emblema della comicità italiana.
«Al mio funerale sarà bello assai perché ci saranno parole, paroloni, elogi, mi scopriranno un grande attore: perché questo è un bellissimo paese, in cui però per venire riconosciuti qualcosa, bisogna morire».
Nel giorno dell’anniversario della morte di Totò, viene da immaginarlo così, come lo descrivono le sue stesse parole, quell’ultimo saluto in un giorno dell’aprile 1967. Così, senza toni cupi o velature di tristezza, ma soltanto con sorrisi, applausi e un’immensa folla colorata. Tuttavia su una cosa non siamo d’accordo: la sua grandezza era evidente agli occhi di tutti, fin dai tempi in cui l’artista era ancora in vita. Essa veniva riconosciuta e celebrata con ogni risata, composta o sguaiata che fosse, che Totò fu in grado di regalare durante i suoi quarant’anni di carriera con i suoi numerosi spettacoli e un centinaio di film.
Nell’ anniversario della morte vogliamo ricordare che il talento di Totò fu a tutto tondo e gli permise di togliersi spesso quella maschera burlona da commedia dell’arte che lo rese un mostro sacro della comicità italiana e portatore sano di buonumore. L’attore infatti ebbe modo di esprimersi egregiamente anche in panni impegnati e drammatici sia al teatro che al cinema, soprattutto alla fine della sua carriera. E’ il caso esemplare de “Il comandante”, film del 1963, in cui Totò interpretò, in chiave amara e crepuscolare, il dramma del neo-pensionato che non si abitua alla sua nuova condizione senza occupazione né obiettivi.
E non solo. Non possiamo non menzionarlo in veste di paroliere, poeta, drammaturgo e cantante.
Come non ricordare, a questo proposito, la sua sofferta ed intesa Malafemmena?
Oggi vogliamo celebrare l’anniversario della morte di Totò raccontandovi alcune notizie che vi faranno sorridere. Pensiamo che avrebbe voluto così, quel gentiluomo dall’animo nobile e generoso, la cui maschera comica non riuscì mai a nascondere il suo sguardo velato di malinconia, specchio di una garbata misura e di una sensibile interiorità.
1. Anniversario Morte Totò: il suo fantasma
Alcuni dei partecipanti alla sua cerimonia funebre si sentirono male per la paura o fuggirono terrorizzati per aver visto apparire il fantasma di Totò. Chissà quante risate deve essersi fatto l’artista dall’aldilà, sapendo che in realtà non si trattava altro che di Tino Valdi, sua controfigura, presente in mezzo alla folla. In carne ed ossa.
2. Anniversario Morte Totò: una testimonianza della sua generosità
Mario Di Gilio, imitatore della compagnia dell’artista, menziona con affetto un aneddoto che evidenzia la natura altruista e gentile dell’attore. Secondo il racconto di Mario, Totò saldò di sua spontanea volontà il debito che l’imitatore aveva nei confronti di un orefice da cui acquistò un anello del valore di 240.000 lire. Dopo la prima rata pagata di tasca propria, Mario non sarebbe riuscito a far fronte alla spesa se non fosse intervenuto economicamente Totò.
3. Anniversario Morte Totò: la medaglia con il suo volto
Dopo essersi visto riconoscere i suoi titoli nobiliari, il Principe De Curtis fece coniare una medaglia d’oro da regalare agli amici. Su di essa fece imprimere il proprio capo visto di profilo, come nelle immagini che raffiguravano gli imperatori romani che i suoi lineamenti ricordavano. Un po’ referenziale, forse. Ma sicuramente lui poteva permetterselo.
4. Anniversario Morte Totò: il movimento Totoista e i fumetti a lui dedicati
La tendenza pacificamente anarchica di Totò ispirò un movimento giovanile di autonomia che si sviluppò a Bologna negli anni Settanta. Il suo manifesto diventò la rivista Wow creata da Dario Fiori, il quale dichiarò di rifarsi al movimento Wow-Totoista. E non solo. Nel 1953 venne pubblicata anche una collana di fumetti in suo onore. Chi l’avrebbe mai detto che Topolino si sarebbe ritrovato a dover soffrire la concorrenza di Totò?
5. Anniversario Morte Totò: la movimentata vicenda della sua statua
Posizionata nel 2009 al centro di Piazza Stalla ad Alassio, la statua del busto di Totò, creata dallo scultore albenganese Flavio Furlani, non ha avuto vita facile. Pare infatti che non sia stata particolarmente apprezzata dal sindaco Roberto Avogadro che nell’estate del 2011 ha optato per la sua rimozione. Dopo un periodo trascorso al buio polveroso dei magazzini del comune, la statua ha poi visto nuova luce grazie alla città di Cuneo che l’ha affettuosamente adottata per volere del primo cittadino Alberto Valmaggia e dell’assessore alla cultura Alessandro Spedale. Ma le vicissitudini della sfortunata scultura non finiscono qui. Nel 2012, infatti, Avogadro si è dovuto arrendere alle richieste dei napoletani di Alassio che pretendevano il ritorno legittimo del Totò di bronzo. Così il busto del Principe ha ritrovato una nuova collocazione sul lungomare Enrico Toti. Insomma, tutto è bene quel che finisce bene. Ammesso che sia davvero finita qui.
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