Cari amici ed amiche,
leggete l'articolo del blog "Gheulacanarutto nemini" che è intitolato "Un'ebrea risponde ad una cristiana che scrive ad un musulmano".
Ringrazio l'amica e collaboratrice Silvia Morelli, che me l'ha portato all'attenzione attraverso Facebook.
Sulle pagine del quotidiano "La Stampa", una cristiana di nome Francesca Paci ha scritto una lettera aperta ad un musulmano.
Gheula Canarutto Nemini le ha risposto.
Dell'articolo è interessante questa parte:
"Gentile Francesca Paci,
Ho appena finito di leggere la sua lettera a Mohammed. È piena di belle parole, di esortazioni a guardare dentro di se’ come condizione per poter davvero un giorno vedere un mondo migliore.
Riga dopo riga stavo col fiato sospeso. Leggevo la sua lista degli ultimi orrori perpetrati dagli estremisti islamici. Leggevo e cercavo tra le righe, in mezzo alle parole, forse anagrammato. Ho trovato Charlie Hebdo, ho trovato le decapitazioni, violenze contro le donne, ho ritrovato persino le Torri Gemelle. Ma quella parola, quell’aggettivo che ancora oggi, nel 2015, viene usato con cautela o evitato intenzionalmente, non c’era. Ebreo. Ebraico. Non c’erano le vittime del supermercato kasher, non c’erano i morti al museo ebraico di Bruxelles. Spariti. Inghiottiti dal politically correct e trasformati in morti scomodi per le coscienze occidentali.".
Sono d'accordo, anche se con qualche distinguo.
Troppo spesso, vi è un atteggiamento politicamente corretto.
Per esempio, la nostra stampa parla sempre meno non solo degli ebrei uccisi nel supermercato kosher di Parigi, degli ebrei minacciati in Francia o delle continue minacce contro Israele ma anche dei cristiani uccisi in Siria o di altri atti fatti contro i cristiani.
Sembra che tutto ciò che risulti in qualche modo "islamicamente corretto" sia qualcosa da evitare e da non dire.
Questo è un dato di fatto.
Di sicuro, non si parla del fatto che nell'Islam molti abbiano abbracciato teorie del negazionismo della Shoah come non si parla dei cristiani che sostengono Israele.
Chi prova a fare ciò viene insultato.
A me è capitato.
Dunque, noi Occidentali ci stiamo fregando con le nostre stesse mani.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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