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giovedì 26 febbraio 2015

Il grano del Piceno

Cari amici ed amiche,

ho qui un comunicato della Coldiretti di Ascoli Piceno che è risalente al 02 novembre 2014.
Esso è intitolato "La pasta fatta col grano del Piceno trionfa negli USA" e recita:

"Sono centomila i quintali di grano prodotti dalle aziende agricole picene oggi utilizzati nel progetto di filiera corta della pasta, promosso dal Consorzio agrario dell’Adriatico, che sta conquistando sempre più spazi di mercato negli Stati Uniti. Se ne è parlato nel corso dell’incontro promosso dalla Coldiretti ad Ascoli, nell'ambito della manifestazione “Cibi piceni”. Un’intera giornata tutta dedicata ai prodotti del territorio, con il maxi mercato di Campagna Amica organizzato negli spazi del Chiostro di San Francesco, in collaborazione con il Comune. L’esperienza del Consorzio, con il rilancio del pastificio Ghigi, ha portato interessanti opportunità alle aziende agricole del territorio, le cui produzioni sono oggi premiate con bonus che vanno da 10 a 25 euro a tonnellate. “In questo modo i nostri agricoltori hanno acquisito un controllo sulla filiera produttiva – ha spiegato Paolo Mazzoni, presidente di Coldiretti Ascoli Fermo – garantendosi una maggiore tutela rispetto a un andamento delle quotazioni dei prodotti agricoli sempre più fortemente condizionato dai movimenti di capitale”. La pasta prodotta viene commercializzata per il 20 per cento nel Centro Italia, mentre l’80 per cento finisce sulle tavole di tutto il mondo, soprattutto Stati Uniti, ma anche Francia, Germania, Corea, Giappone. Ma la kermesse ascolana ha rappresentato anche l’occasione per avviare la raccolta di firme per l’Albo nazionale dei consumatori di Campagna Amica. Si tratta di un ulteriore passo avanti nella costruzione di un rapporto sempre più forte tra gli agricoltori e i cittadini che si sono indirizzati verso il cibo made in Italy, buono, sostenibile e garantito, decretando lo straordinario successo della rete di vendita diretta in filiera corta. Un trend confermato dall’elevato numero di visitatori della mostra mercato organizzata dal Chiostro di San Francesco, tanto che già in mattinata alcuni agricoltori avevano praticamente esaurito i prodotti E stata celebrata anche la giornata del Ringraziamento, con la messa officiata nella chiesa di San Francesco dal vescovo di Ascoli Piceno, monsignor Giovanni D’Ercole, e la tradizionale benedizione dei trattori.".

La notizia è stata ripresa anche dalla rivista "L'Eco di San Gabriele".
Ora, il grano del Piceno non è diventato così famoso per caso.
Esso è diventato così famoso perché dietro c'è stata una vera e propria rete costituita da istituzioni (come Comuni, Province e Regione Marche), di aziende (tra le quali vanno annoverati anche i luoghi di ristorazione) e di associazioni di paese, come le Pro Loco ed i comitati.
Quello che è accaduto nelle Marche non è dissimile da quello che è accaduto nella Provincia di Verona o in altre realtà d'Italia.
Così, per esempio, le Pro Loco ed i comitati di paese promuovono i prodotti agroalimentari.
Un esempio è la Sagra Nazionale dei Maccheroncini di Campofilone, che si tiene ad agosto.
Proprio  il caso di Campofilone (Fermo) è molto interessante.
Qui viene prodotto un formato di pasta all'uovo, i famosi maccheroncini.
Promuovendo questa pasta, si promuove anche il grano.
Ci sono altri casi simili.
Oltretutto, i maccheroncini di Campofilone hanno il riconoscimento IGP, Indicazione Geografica Protetta.
Quindi, anche la pasta stessa è importante.
Ora, portiamo il discorso a qui da noi, Roncoferraro (Mantova).
Ieri avevo scritto due articoli intitolati "Comitato Manifestazioni Roncoferraro, HACCP e considerazioni personali" e "Cosa vogliamo fare da grandi?".
Due piatti del territorio comunale di Roncoferraro hanno ottenuto un riconoscimento De.C.O. (Denominazioni Comunale d'Origine).
Mi riferisco al risotto con i saltarei (proposto dal Comitato Manifestazioni Barbassolo) ed il risotto con la psina (proposto dal Comitato Manifestazioni Roncoferraro).
La De.C.O. è certamente un traguardo importante ma non deve essere presa come un punto d'arrivo ma come un punto di partenza o come un passo importante in un percorso che dovrà portare ad una riqualificazione del territorio di Roncoferraro.
Per dirla all'inglese: "Now it begins!".
Adesso viene il bello.
Per valorizzare i piatti con la De.C.O. (e quindi prodotti primari come il riso prodotto in zona) si dovrebbe creare un sistema.
I comitati di paese dovrebbero fare da vetrina (con le loro feste), i ristoratori dovrebbero fare la stessa cosa, i commercianti dovrebbero promuovere la vendita diretta (del prodotto primario) ed il Comune dovrebbe fare da trait d'union con tra le varie associazioni e le realtà prima citate e con gli altri livelli istituzionali, sia direttamente e sia attraverso la Pro Loco, la quale dovrebbe anche dare l'input per la promozione del territorio, insieme ad altre associazioni, come la Coldiretti.
Si fa così.
Si è fatto così nelle Marche (dove c'è un territorio molto reclamizzato) come in Veneto, in Sicilia e in altre parti.
Prodotti come il Peperone "Corno di Bue di Carmagnola", il Riso Vialone Nano Veronese, Maccheroncini di Campofilone, i Pici della Val d'Orcia , i Pomodori del Piennolo del Vesuvio  e (visto che ho origini siciliane) il Caciocavallo ragusano ed il Pecorino Siciliano sono noti in tutto il mondo, grazie a realtà che hanno fatto rete tra loro.
Ricordo che il Peperone Corno di Bue di Carmagnola è riconosciuto come presidio Slow Food e che i Pomodori del Piennolo, il Caciocavallo ragusano ed il Pecorino Siciliano hanno il riconoscimento DOP, Denominazione di Origine Protetta.
Quindi, avere certi riconoscimenti (come DOP, IGP o De.C.O.) non significa essere arrivati.
A mio modesto parere, a Roncoferraro si deve fare sistema.
Tornando a Roncoferraro, nel vicino Comune di Castel d'Ario, il Risotto alla pilota (che ha la De.C.O) è oggi un piatto servito dai ristoranti ed è molto apprezzato anche fuori.
Anzi, dire "Castel d'Ario" e dire "Risotto alla pilota" è la stessa cosa.
A Castel d'Ario si è fatto sistema.
Guai a toccare il Risotto alla pilota perché i casteldariesi si offenderebbero e avrebbero ragione.
Essi hanno fatto del loro piatto simbolo un'attrazione.
Tutte le varie realtà del Comune di Castel d'Ario si sono unite, hanno avuto ambizione e hanno ottenuto il risultato.
Da roncoferrarese, dico agli amici di Castel d'Ario una sola parola: "Bravi!".
Loro hanno capito come vanno le cose.
Roncoferraro deve fare altrettanto.
Il mio non è un insulto contro il Comune di Roncoferraro.
Al contrario, io penso che faccia più male a Roncoferraro chi dice che tutto va bene quando non è così.
Roncoferraro ha dei prodotti fantastici ed una tradizione gastronomica di prim'ordine ma non riesce a valorizzarli.
Questo è un dato di fatto.
Se io scrivo queste cose non lo faccio per denigrare Roncoferraro ma perché credo nelle sue risorse forse più di chi dice che va tutto bene e che è tutto bello.
Evidentemente, manca quel sistema di cui ho parlato.
La De.C.O ai risotti deve essere l'input per fare il salto di qualità.
Serve un cambio di testa.
Le lezione marchigiana sia imparata.
Cordiali saluti,




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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questa foto presa dalla pagina Facebook di Christian Ricchiuti, esponente di Fratelli d'Italia.