Cari amici ed amiche,
leggete l'editoriale di Giorgiò Mulè su "Panorama" che è intitolato "L'ISIS e le nostre legittime paure".
Dell'articolo è interessante codesta parte:
"Solo due giorni prima, venerdì 13 febbraio, il ministro degli Esteri aveva sottolineato: "L’Italia è certamente minacciata dalla situazione in Libia: siamo pronti a combattere nel quadro della legalità internazionale, non possiamo sottovalutare la minaccia". Tutto questo veniva detto poche ore prima che venisse diffuso il video di 21 cristiani egiziani orrendamente sgozzati su una spiaggia libica davanti alla Sicilia dai macellai dell’esercito islamico e mentre a Copenhagen un "lupo solitario" seminava terrore e morte per la città.
Ma perché allora, se la cornice degli eventi e dell’escalation della minaccia contro il nostro Paese fino a domenica 15 febbraio era questa, il presidente del Consiglio ha clamorosamente sconfessato i suoi ministri lunedì 16 febbraio invocando "saggezza" ed evitando "isterismi" sulla questione libica? Erano dunque avventate e irresponsabili le dichiarazioni dei ministri della Difesa e degli Esteri che già erano entrati nei dettagli operativi di una missione militare?".
Al premier Matteo Renzi mi verrebbe da dire che la paura non è isteria.
I terroristi di ISIS sono una minaccia concreta.
Essi sono in Europa, sia tra i nativi islamici e sia tra coloro che si sono convertiti all'Islam.
Vogliamo capire ciò?
Non possiamo fare finta di nulla, per esempio, facendo entrare gli immigrati clandestini dalla Libia.
Non possiamo fare finta di nulla, per esempio, riconoscendo la Palestina.
Non possiamo accettare che ci siano coloro che (come alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle) giustificano i terroristi di ISIS.
ISIS è una minaccia.
ISIS minaccia la nostra libertà.
Dobbiamo reagire.
Cordiali saluti.
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