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lunedì 23 febbraio 2015

La Chiesa deve essere più "moderna"?

Cari amici ed amiche,

leggete l'articolo del sito dell'Unione dei Cristiani Cattolici Razionali (UCCR) che è intitolato "La Chiesa deve adattarsi al mondo? L’esperienza dei protestanti dice di no".
Dell'articolo è interessante questa parte:

"In Germania, patria di Lutero, dopo la riunificazione del 1990 i protestanti erano 29,4 milioni (il 36,9% della popolazione); nel 2004 erano scesi a 26,2 milioni (31, 5%) e nel 2013 a 23,3 milioni (29%). Nel 1990 i cattolici erano 28,5 milioni (35,4%), nel 2013 24,2 milioni (30%).

In Svizzera, patria di Calvino, nel 1970 i protestanti erano il 48,8% della popolazione e superavano di un paio di punti i cattolici. Nel 2000 erano scesi al 33,9%, nel 2013 al 26,9%. Calo anche per i cattolici – ma in percentuale minore, pur se preoccupante – passati dal 46,7% del 1970, al 42,3% nel 2000, al 38,2% del 2013. E’ anche interessante notare che ormai i protestanti non sono più al primo posto né a Zurigo né a Ginevra né a Basilea né a Losanna né a Neuchatel, sorpassati dai cattolici e/o dai non credenti. Altra constatazione statistica: nel 2012 il protestantesimo in Svizzera ha registrato più abbandoni del cattolicesimo (come del resto in Germania): un dato che si ritrova in tutta la Confederazione (ad eccezione della diocesi di Coira).

In Olanda, calvinista, i protestanti erano nel 1971 il 35,9% della popolazione, nel 2010 sono scesi al 15,6% (i cattolici dal 40,4% al 24,5%). Quando nel 2004 le tre principali denominazioni protestanti si unirono (calvinisti ortodossi, calvinisti moderati, luterani), i fedeli erano oltre 2.400.000. Oggi ne restano meno di 1.800.000. Da notare che l’Olanda è stata la prima nazione al mondo a riconoscere i cosiddetti “matrimoni gay”; ed è tristemente pure alla cosiddetta avanguardia in materia di fine vita.

In Scandinavia troviamo altri avanguardisti in materia dei cosiddetti “nuovi diritti”, come in Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia sono formalmente tutti Paesi in cui il protestantesimo è ben radicato, con maggioranze ancora massicce (oltre l’80%). Tuttavia da inchieste demoscopiche recenti si scopre poi che in Svezia i non credenti raggiungono il 45% e in Norvegia il 33%. In Svezia e Norvegia già nel 2008/2009 il Parlamento ha riconosciuto i cosiddetti ‘matrimoni gay’, in Danimarca è stato fatto nel 2012 e in Finlandia di recente. Proprio in Finlandia la decisione parlamentare di riconoscere tali “matrimoni”, presa lo scorso 28 novembre con 102 voti contro 95, ha provocato una forte spaccatura all’interno del mondo luterano, il cui responsabile si è felicitato per il risultato. In pochi giorni oltre 13mila protestanti hanno abbandonato la loro comunità ecclesiale.

La Gran Bretagna è patria dell’anglicanesimo e nel 1983 gli anglicani rappresentavano il 40% della popolazione britannica, nel 2012 il 20% (cattolici dal 10% al 9%). Nel 1993 venne introdotto il sacerdozio femminile, nel 2006 l’episcopato femminile. Come reazione vescovi, sacerdoti e centinaia di fedeli hanno chiesto di aderire alla Chiesa cattolica, l’entrata si concretizzerà nel 2011. Nel 2013 diventano vescovi anche preti omosessuali e la benedizione di coppie gay in chiesa, nel luglio 2014 arrivano le donne-vescovo e l’introduzione di programmi “contro l’omofobia”. Intanto la partecipazione al culto domenicale è scesa negli ultimi vent’anni da 1,2 milioni di fedeli a 800 mila, meno dei cattolici che abitualmente assistono alla santa messa
.".

Ora, il caso della Gran Bretagna è un paradigma.
Con la decisione presa di aprire all'ordinazione di donne ed omosessuali al sacerdozio, la Chiesa anglicana ha visto in sé una forte crisi che ha portato alla conversione al cattolicesimo non solo di fedeli laici ma anche di sacerdoti e vescovi.
Inoltre, va fatta un'analisi dell'excursus storico.
Con  la nascita del protestantesimo, in Europa si ruppe la cristianità.
Quindi, nei Paesi in cui la riforma si affermò si affermò anche il concetto del "Cristo sì, Chiesa no".
Con l'Illuminismo (XVIII secolo) si andò oltre.
Nacque così l'idea del "Dio sì, Cristo no".
La divinità in questione venne anche spersonalizzata.  Si propose così un dio lontano dalla tradizione giudaico-cristiana.
Il caso del deismo è un esempio.
Nel XIX secolo, solo il 20% dei matrimoni celebrati a Berlino erano religiosi.
Con le ideologie dei secoli XIX e XX (come comunismo e nazismo) si affermò l'idea del "No Dio", di un uomo che decise di ergersi a dio di sé stesso.
Nella Chiesa cattolica ci sono state certe aperture a certe "pratiche attuali".
Guarda caso, ove la Chiesa è aperta a codeste "pratiche", la religiosità ha subito un crollo.
Oggi, vi è il fondamentalismo islamico alle porte, il rischio è quello che la nostra società sia travolta.
Una società senza valori muore.
Cordiali saluti.




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