qualche anno fa avevo parlato di Fonthill Abbey, una casa di campagna fatta a forma di abbazia gotica che fu voluta dal ricco possidente William Beckford (1760-1844) a Fonthill Gifford, nel Wiltshire.
La casa fu costruita tra il 1796 ed il 1813 ma andò in rovina subitaneamente.
Beckford non fece fare fondamenta adeguate e fece costruire l'immensa opera su quelle della vecchia casupola di campagna preesistente.
Inoltre, credendo di farli rendere di più, egli fece ubriacare gli operai che lavoravano.
Il risultato fu disastroso.
Beckford, infatti, voleva che il pranzo di Natale del 1800 si consumasse nella residenza.
Ci riuscì ma i locali delle cucine crollarono poco dopo i festeggiamenti.
Anche la torre principale crollò.
Beckford visse lì fino al 1822, quando (per una causa legale) perse due piantagioni di zucchero in Giamaica.
Rovinato, egli vendette la sua "residenza da sogno" al milionario scozzese John Farquhar (1751-1826) per il prezzo di £ 275.000.
L'affare lo fece Beckford.
La torre principale crollò di nuovo nel 1825.
L'"abbazia" fu poi demolita.
Agli occhi dei contemporanei di Beckford, Fonthill Abbey rappresentò un "un deserto di magnificenza, uno scintillante spreco di ozio laborioso, una cattedrale trasformata in trastullo".
Però, io penso che essa sia stata anche un'inconsapevole ricerca del passato, un passato distrutto con le soppressioni dei monasteri che furono operate da re Enrico VIII (1491-1547) e con la distruzione delle opere medioevali nel periodo di re Edoardo VI (1537-1553).
Forse, qui ci fu una sorta di "memoria inconsapevole" di quel patrimonio andato perduto per la scelleratezza di certi uomini.
Cordiali saluti.
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