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sabato 6 luglio 2013

Tommaso Moro e la laicità

Cari amici ed amiche.

Oggi, gli anglicani commemorano San Tommaso Moro, nel giorno in cui fu martirizzato, il 06 luglio 1535.

In un certo senso, queste commemorazioni sono un "risarcimento" verso questa persona che fu fatta uccidere da re Enrico VIII proprio perché non aderì allo scisma anglicano del 1534.
Ora, c'è da chiedersi perché San Tommaso Moro rifiutò di riconoscere il re come capo della Chiesa d'Inghilterra.
La risposta è molto semplice: un re (come qualsiasi principe secolare) non può essere capo di una Chiesa.
Questo è un principio laico.
Un uomo che fu fautore di quella "vecchia Inghilterra", l'"Inghilterra cattolica che fu legata al pensiero medioevale, espresse un concetti così attuale come quella della laicità.
Già il "Dictatus papae" di Papa Gregorio VII (1020/1025-1085) prevedeva questo concetto.
Oltre alla supremazia papale sulla Chiesa, il "Dictatus papae" prevedeva la separazione tra potere temporale e potere spirituale.
I re e gli imperatori erano reggitori secolari e detenevano il potere politico mentre la religione era nelle mani del clero che faceva capo al Papa.
Lo scisma anglicano ruppe questo equilibrio.
Il re divenne capo della Chiesa d'Inghilterra e, quindi, un reato di lesa maestà diventava sacrilegio.
Fu vero che con la dissoluzione dei monasteri il Parlamento si secolarizzò ma fu altrettanto vero che questa "laicizzazione" altro non fu che la nascita di una nuova nobiltà legata ad una nuova religione che ebbe nel re il suo capo.
Tommaso Moro contestò questo.
Fu vero che sotto il regno di re Enrico VIII il dogma restò cattolico, anche dopo lo scisma.
Tuttavia, il re poteva dare istruzioni religiose al popolo, in forza dell'Atto di Supremazia del 1534.
Quindi, un sovrano protestante avrebbe cambiato la religione, cosa che poi accadde con re Edoardo VI (1537-1553) e la regina Elisabetta I (1533-1603).
Quindi, potremmo dire che San Tommaso Moro fosse morto per difendere la laicità del suo regno.
Cordiali saluti.


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