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venerdì 5 luglio 2013

Lumen Fidei, la luce della fede, la prima Enciclica di Papa Francesco

 
Cari amici ed amiche.
Questa è la prima Lettera Enciclica di Papa Francesco.
Essa è intitolata "Lumen fidei".

L'enciclica esordisce in questo modo:

"1. La luce della fede: con quest’espressione, la tradizione della Chiesa ha indicato il grande dono portato da Gesù, il quale, nel Vangelo di Giovanni, così si presenta: "Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre " (Gv 12,46). Anche san Paolo si esprime in questi termini: " E Dio, che disse: "Rifulga la luce dalle tenebre", rifulge nei nostri cuori " (2 Cor 4,6). Nel mondo pagano, affamato di luce, si era sviluppato il culto al dio Sole, Sol invictus, invocato nel suo sorgere. Anche se il sole rinasceva ogni giorno, si capiva bene che era incapace di irradiare la sua luce sull’intera esistenza dell’uomo. Il sole, infatti, non illumina tutto il reale, il suo raggio è incapace di arrivare fino all’ombra della morte, là dove l’occhio umano si chiude alla sua luce. " Per la sua fede nel sole — afferma san Giustino Martire — non si è mai visto nessuno pronto a morire". Consapevoli dell’orizzonte grande che la fede apriva loro, i cristiani chiamarono Cristo il vero sole, " i cui raggi donano la vita ".  A Marta, che piange per la morte del fratello Lazzaro, Gesù dice: "Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?"  (Gv 11,40). Chi crede, vede; vede con una luce che illumina tutto il percorso della strada, perché viene a noi da Cristo risorto, stella mattutina che non tramonta.". 

La fede è qualcosa che illumina la vita di chi crede.
Dalla fede nasce la stabilità.
Forse, non è stata tanto peregrina la scelta del Papa di mettere nel suo blasone il simbolo dell'Ordine dei Gesuiti, il Sole con l'acronimo IHS, ossia "Iesus Hominum Salvator". 
Gesù Cristo è il Sole della nostra vita.
Senza la fede, gli uomini possono essere uniti solo dalla paura.
Queste sono le parole del Papa.
Avere fede significa avere fiducia di Dio e chi ha fiducia di Dio non può avere paura.
La storia ce lo insegna.
Nei regimi in cui si tolse Dio dalla vita pubblica, dalla Francia rivoluzionaria alla Germania nazista e ai Paesi comunisti la paura regnava.
Quando una società è unita dalla paura, non va avanti.
Invece, con la fede, la paura non ha ragione di esistere.
Anche il tema della famiglia è fondamentale.
Dal rapporto tra uomo e donna nasce la vita.
Così vi è il futuro di una società!
Questa enciclica è molto attuale.
La società di oggi (specie qui in Europa) è lontana da Dio.
Qui in Europa, le chiese si svuotano e si fanno leggi che scardinano il matrimonio e che negano il diritto alla vita.
Questa enciclica ci insegna a fidarci di Dio.
Termino, segnalandovi un testo dell'amico Filippo Giorgianni che è stato scritto sul sito sul sito del "Servizio di Formazione Teologica-SEFT".
Essa ha molte affinità con l'enciclica.
Trovo interessante la parte che recita:

"L’unico fine del cristiano è essere Santo nell’amore, cioè nel dono totale di sé e della propria santità a tutti gli altri. Dono che, nella sua bellezza e purezza, nella sua capacità anche percettibile di contagiare gli altri, può pure toccare nell’intimo le vite degli altri e (lentamente o velocemente) cambiarle, ma che non sempre riesce ad essere raggio di luce per le anime che lo ricevono, perché la conversione dipende sempre da due fattori: il più importante che è la potenza della Grazia (distribuita a tutti, in ogni momento, ma in modi diversi); e l’accettazione libera di questa Grazia divina da parte dell’uomo, sicché la santità che splende può lasciare attoniti e rapiti, o generare polemico rifiuto e infiniti cavilli. Il Santo è contagioso e, se non lo è, non è Santo. La vera domanda del cristiano non è quindi: “perché quella persona commette quel peccato?”, ma: “che cosa faccio io per lei? Quanto la amo concretamente ogni volta che mi vede? Quanto vede Cristo in me, affinché lei non lo commetta più?”.

Il cristiano è colui che si abbandona a Dio, proprio come si abbandonò Gesù Cristo.
Cordiali saluti. 

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