Sul sito di Nicola Porro, ho trovato un articolo di Corrado Ocone che è intitolato "La Commissione contro l’Odio mette a rischio la libertà".
Ne riporto questo stralcio:
"A dirla tutta, lo hate speech, soprattutto sui social, a chi scrive non piace: da vecchio (poco alla volta anche in senso anagrafico) liberale, egli crede che l’ideale regolativo dovrebbe essere sempre quello del separare le idee, su cui si può e si deve anche sparare a zero se del caso, e le persone, le quali meritano sempre e comunque rispetto indifferentemente. Non solo, sempre chi scrive considera lo hate speech stupido oltre che errato: se tu vomiti fango in continuazione, anche su aspetti irrilevanti delle questioni umane e politiche, quando poi c’è ragione di sdegnarsi più nessuno ti prenderà sul serio perché hai perso credibilità! E poi, da britannico-napoletano come formazione quale sono, penso che tante questioni spiacevoli si sistemano molto meglio con il sottile filo dell’ironia che non con il cerbero abbaiare.
Ma detto questo, una cosa sono i gusti personali un’altra le regole che devono valere erga omnes e che contraddistinguono una civiltà liberale. Questa non può togliere o dare la parola a seconda del rispetto o no di regole formali o sostanziali stabilite da una “commissione di salute pubblica”, per il semplice fatto che ove un’opinione finisce di essere un’opinione e diventa un insulto già lo stabilisce il codice penale con il reato di “calunnia” e che, se lo si fa stabilire dalla politica, si sa dove si inizia e non si sa, come la storia insegna, dove si va a finire".
Noi abbiamo un grosso problema: le nostre libertà si stanno restringendo sempre di più.
Già, noi abbiamo una legge sul reato di diffamazione che è troppo restrittiva.
Per esempio, per la legge in vigore negli USA, per condannare una persona accusata di diffamazione, il querelante non deve solo dimostrare la falsità la notizia pubblicata su di lui ma deve dimostrare anche che la pubblicazione sia avvenuta in malafede.
Qui in Italia, invece, il querelante ha sempre ragione.
Ora, l'istituzione della Commissione Segre rischia di aggravare la cosa.
Infatti, il rischio è che il tema dell'antisemitismo (che è roba seria) rischia di essere usato per tappare la bocca al dissenso rispetto ad un pensiero unico che si vuole imporre.
Che la senatrice Liliana Segre meriti ogni rispetto è cosa ovvia e giusta.
Che l'antisemitismo sia da condannare è cosa altrettanto ovvia e giusta.
Però, la libertà delle persone non può assolutamente essere toccata.
Com'è scritto nell'articolo prima citato, noi rischiamo una "cinesizzazione" , ossia l'idea di silenziare chi si oppone ad un certo pensiero, arrivando a punirlo con la legge.
Questo è quantomeno aberrante.
Infatti, è quantomeno aberrante che un deputato si alzi una bella mattina e dica: "Facciamo una commissione contro chi critica l'Unione Europea, perché essere favorevoli all'idea di "Dio, patria e famiglia" è un concetto fascista" e che poi questa cosa sia implementata.
Si vuole trasformare la libertà di espressione in un crimine o in un potenziale crimine.
Se è così, vuole dire che io sono un criminale o un potenziale criminale.
Se fossi arrestato per questo tirerei fuori i polsi e me li farei ammanettare e poi, nel processo direi ai giudici: "Avete più paura voi di condannare me che non io di essere condannato.".
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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