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domenica 24 novembre 2019

Il Giappone ed il Cristianesimo

Dopo essere stato in Thailandia, Papa Francesco è andato in Giappone.

Ora, su "Il Timone", vi è un articolo intitolato "Sol levante di libertà".
L'articolo è una testimonianza di un missionario italiano in Giappone.
Il rapporto tra il Giappone ed il Cristianesimo è molto complesso.
I cristiani giapponesi sono circa tra gli 1 ed i 3 milioni su una popolazione di 126 440 000.
Tuttavia, a differenza di quanto accade in Paesi come la Corea del Sud, il Cristianesimo non è radicato in Giappone e non cresce.
Anzi, è spesso percepito come una religione "straniera", nonostante le leggi giapponesi siano laiche e non impediscano l'evangelizzazione.
Circa il 70% delle chiese (cattoliche, ortodosse e protestanti) presenti in Giappone è frequentata da meno di 30 fedeli.
Ora, il rapporto tra il Giappone ed il Cristianesimo è alquanto complesso.
Infatti, il Cristianesimo arrivò nell'Impero del Sol Levante nel 1549 con le missioni di San Francesco Saverio.
Esso fiorì in terra giapponese, tanto che fu fondata la Diocesi di Funay.
Purtroppo, nel XVII secolo, la politica del Giappone finì in mano allo shogunato Tokugawa.
Temendo di vedere il Giappone diventare una colonia spagnola come le Filippine, lo shogunato decise di chiudere il Paese agli stranieri e di perseguitare il Cristianesimo con una tale ferocia che rischiò di sparire.
Nessun missionario straniero poteva entrare.
Le chiese furono distrutte ed i cristiani subirono aspre persecuzioni.
I cristiani rimasti divennero "kakure kristhitan", ossia "Cristiani nascosti".
Essi si mascherarono da buddisti e facevano pratiche somiglianti a quelle del buddismo.
L'amministrazione del culto veniva affidata ad un capo della comunità.
Si usavano statue somiglianti a quelle buddiste, come la statua di Maria-Kannon.
Molti di questi cristiani contaminarono la loro fede con il buddismo e la trasformarono in una sorta di "culto degli antenati".
Gli "antenati" furono i primi martiri cristiani.
Tra il 1866 ed il 1869, fu restaurata l'autorità imperiale e lo shogunato fu soppresso.
Nel 1873, fu ripristinata anche la libertà religiosa.
I missionari poterono tornare in Giappone e molti di questi cristiani tornarono alla Chiesa.
Così, questi kakure kristhitan divennero mukashi kirishitan, ossia "cristiani antichi", coloro che rimasero cristiani per sempre.
Coloro che non rientrarono nella Chiesa divennero hanare kristhitan, ossia "cristiani separati".
Oggi, i Giapponesi sono un popolo che pratica una sorta di "dottrina dell'ordine" a tal punto da castrare sé stessi e le proprie aspirazioni.
Questo sta creando problemi.
Basti pensare al numero altissimo di suicidi o al vizio dell'alcol in aumento.
La Chiesa potrebbe fare leva su questa situazione per potere fare una vera evangelizzazione.
Com'è noto, ognuno è figlio della sua storia.
Forse, molti giapponesi hanno ancora una "paura latente" del Cristianesimo, per via di quanto accadde.




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Ringrazio un caro amico di questa foto.