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venerdì 8 novembre 2019

L'antifascismo non democratico

Su "Atlantico Quotidiano", vi è un articolo intitolato "Minima Politica – Un revival assurdo e artificioso di antifascismo che alimenta ciò che vorrebbe combattere".
L'articolo è di Dino Cofrancesco e ne riporto questo stralcio:

"In un articolo pubblicato su Il Dubbio, il quotidiano diretto con grande equilibrio da Carlo Fusi, il Passator Cortese sostiene che il centrodestra ha commesso l’errore di astenersi sulla Commissione Segre ma che, d’altra parte, non si può mischiare nazionalismo e razzismo.


“Personalmente non ho dubbi che chi ha scritto la mozione per il varo al Senato di una commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza non abbia reso un buon servizio alla ispiratrice della iniziativa, la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz, che giustamente ne auspicava una approvazione unanime. Così non è stato perché il centrodestra si è astenuto e la polemica è divampata immediatamente, né poteva essere altrimenti”.

Anche a me l’astensione è parsa discutibile—ma a differenza del Passator Cortese avrei votato contro—ma le motivazioni del centrodestra mi sono sembrate rispettabili. “Siamo contro il razzismo, la violenza, l’odio e l’antisemitismo – ha detto Matteo Salvini – ma non vogliamo bavagli e uno stato di polizia che ci riporti ad Orwell”. “Fratelli d’Italia – ha spiegato il senatore Fazzolari – si è astenuta per rispetto della Segre, ma non stiamo parlando di una commissione contro antisemitismo e totalitarismi, che ci avrebbe visti d accordo, ma di una struttura liberticida, in mano alla maggioranza, col potere di censurare idee non gradite…”. Non ho capito, invece, il commento del Passator Cortese. “Parole di fuoco e toni esasperati, tipici del lessico della opposizione, che non hanno risparmiato nemmeno un tema che si doveva tenere, per rispetto della dignità umana oltre che della senatrice Segre, al riparo della forsennata propaganda”. A essere sinceri, non ho visto tutto questo fuoco, né ho colto i toni esasperati stigmatizzati dall’articolista".

Se fossi stato un senatore e se non fosse stato per la senatrice Liliana Segre e per il rispetto che nutro per ella, io avrei votato contro la mozione che cui si costituisce la commissione che porta il suo nome.
Essere contro l'antisemitismo è doveroso ma non si accettano i bavagli.
Una democrazia liberale vera non accetta i bavagli.
La commissione Segre porta il nome dalla senatrice (la quale merita ogni rispetto) ma è stata proposta da Laura Boldrini e punta a fare tacere chi avversa un certo pensiero.
Questo è il dato di fatto.
Questa commissione è voluta dagli "antifascisti che praticano la dittatura".
Infatti, questi "antifascisti" si dicono "democratici" ma non sanno neppure cosa sia la democrazia. 
Essi sono "democratici" solo con chi è della loro opinione.
Invece, chi è di un'opinione diversa diventa automaticamente un "fascista", un "nazista", uno "xenofobo" e quant'altro, senza nemmeno ascoltarne le ragioni.
Se questo è un pensiero democratico, io sono il re d'Inghilterra.
La realtà è che coloro che ci governano oggi sanno di essere invisi alla maggioranza del popolo.
Coloro che ci governano hanno solo una maggioranza raffazzonata e nata da un accordo di palazzo in Parlamento ma nel Paese è nettamente in minoranza. 
Sapendo ciò, coloro che ci governano puntano a delegittimare i loro avversari in ogni modo.
Così, essi ricorrono alle censure.
Da blogger e da persona che espone la propria opinione in vari siti, ho molta paura.
Non ho paura per me.
Se mi arrestassero, in tribunale, direi ai giudici: "Avete più paura voi nel condannare me che io nell'essere condannato da voi!".
Ho paura per le future generazioni, alle quali rischiamo di lasciare un Paese in cui avere una propria opinione può diventare reato.


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