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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 1 novembre 2019

La CEI non diventi un partito

Su "La Nuova Bussola Quotidiana", vi è un articolo di Stefano Fontana che è intitolato "Partito dei vescovi? È un nuovo PD senza Cirinnà".
Ne riporto questo stralcio:

"Il Manifesto non è ancora un programma e di conseguenza è pieno di frasi-contenitore per il momento vuote di contenuto. Che bisogna riformare la scuola e le istituzioni o che occorre puntare alla piena occupazione tutti lo sanno, è facile dirlo, bisogna però capire come e con che finalità. Su molte questioni rilevanti il Manifesto è reticente e quindi bisognerà aspettare più precise indicazioni programmatiche. Detto ciò, è però anche vero che quanto vi si legge è sufficiente per farsi un’idea di cosa si voglia far nascere e di dove si voglia andare a parare.Agenzie e giornali hanno reso noto ieri, almeno nelle sue linee essenziali, il Manifesto del nuovo partito popolare, cristiano ma non cattolico, aperto a tutti, che sembra per il momento fare riferimento soprattutto al noto economista Stefano Zamagni, attualmente Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali e teorizzatore dell’economia civile. Era tempo che se ne parlava, il cardinale Bassetti ne aveva adombrato la possibilità ed anche la necessità in varie occasioni, nomi e strategie varie erano via via emersi e poi rientrati … ora finalmente sembra che ci siamo.

Il lettore del Manifesto è soprattutto colpito da una contraddizione. Si dice che non è più il tempo di ri-formare ma che si deve tras-formare. Il nuovo partito si ritaglierebbe un ruolo di cambiamento sostanziale, senza mezzi termini, che va alle radici e non ha paura di fare proposte esigenti, giocare duro, dedicarsi non ai dettagli ma ai grandi mutamenti. Ma in realtà il Manifesto fa emergere un nuovo partito di centro, dichiaratamente moderato, che accetta tutti i pilastri della situazione attuale e decide di muoversi dentro di essi e non per trasformarli. La Costituzione posta sullo stesso piano della Dottrina sociale della Chiesa facendo capire che il nuovo partito esprimerà un fedele e timido patriottismo costituzionale, l’Unione europea da proteggere e sviluppare, la legge 194 sull’aborto al cui articolo 1 ispirarsi per le politiche demografiche (accettando quindi la stessa legge), ritorno al proporzionale, l’agenda ONU per il 2030 da accogliere acriticamente e da far propria, le Dichiarazioni sui diritti umani da accettare e a cui fare riferimento indiscusso…".

Sembra che la Conferenza Episcopale Italiana stia diventando un partito politico.
Ha smesso di parlare di Dio ma parla tanto (anzi, troppo) di politica.
Sembra sempre di più un partito di centrosinistra.
L'idea di accogliere l'agenda ONU acriticamente, le politiche dei "porti aperti", una politica acritica verso questa pessima Unione Europea  e (addirittura) la proposta di una legge elettorale proporzionale sono tutte prese di posizione dell'area che oggi sostiene codesto Governo.
Dunque, appare evidente che oggi la CEI stia diventando un partito politico.
Questo è male per la Chiesa.
Una Chiesa che assume una presa di posizione così netta rischia di creare divisioni tra i fedeli.
Una Chiesa che crea divisioni tra i fedeli fallisce miseramente la sua missione.
Io non penso che Gesù Cristo sia morto e risorto per vedere fallire la sua Chiesa.
La Chiesa deve essere al di sopra della politica, poiché deve parlare di Dio e delle cose che riguardano Lui.
L'auspicio è che ci sia un ravvedimento. 

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".