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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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martedì 4 dicembre 2018

Il solito Emiliano

Su "Panorama" vi è un articolo di Giancarlo Perna che è intitolato "Il Gladiatore che dice sempre no".
Sto parlando di Michele Emiliano, magistrato in aspettativa, sindaco di Bari dal 2004 al 2014 e presidente della Regione Puglia dal 2015.
Il personaggio in questione è alquanto pittoresco.
Infatti, egli non si è dimesso dalla magistratura e fa politica.
Questo non è un bel vedere per la nostra magistratura che dovrebbe essere terza rispetto alla politica.
Ora, questo personaggio è pittoresco.
Nel 2004, egli fu eletto a Bari come sindaco.
La sua elezione fu a sorpresa, poiché Bari è sempre stata una città di destra.
Anzi, i baresi l'hanno sempre avuto in simpatia per il suo essere una "testa matta" rispetto alla sinistra.
Il suo babbo Giovanni fu un fan di Pinuccio Tatarella, esponente storico di Alleanza Nazionale.
Tuttavia, egli si è guadagnato la fama di "guastatore".
Come riporta il succitato articolo di Perna, "c'è molto da dissentire su una Regione che con i suoi due ultimi governatori di sinistra (10 anni fa, abortì sotto costui il rigassificatore di Brindisi), rifiuta di accollarsi opere di interesse nazionale, accampando ulivi da proteggere, mare blu da tutelare.
Emiliano sa che i conti della Puglia non tornano.
Il territorio riceve dallo Stato un supplemento di 12,5 milioni di Euro l'anno, 3.085 Euro ogni abitante, per mantenere l'attuale tenore di vita.
Soldi del ricco Nord, che per produrli accetta senza fisime fabbriche, fumi di smog e si priva dei propri guadagni per darli a San Foca e dintorni.
Perciò il solo "no" che si può accettare da Emiliano è il rifiuto degli aiuti di Stato. Libero di recalcitrare, ma paghi pegno".
Concordo con le parole scritte da Perna.
Emiliano rinunci agli aiuti di Stato o faccia fare quelle opere che servono all'intero Paese, come il gasdotto Tap.
Non si può volere la botte piena e la moglie ubriaca.
Intanto, il caro Michele ha dovuto rinunciare al rinnovo della tessera del Partito Democratico, dopo la sentenza della Corte costituzionale e per evitare azioni disciplinari dal Consiglio Superiore della Magistratura. 
La Corte costituzionale non avrebbe potuto agire prima?

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questa immagine presa dalla pagina Facebook di Fratelli d'Italia.