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domenica 30 dicembre 2018

Una provocazione: Una città in cui mi troverei bene? Potrebbe essere Pitigliano!

Su Facebook, ho scritto questo post che è un po' una "provocazione": "Una città in cui mi troverei bene? Potrebbe essere Pitigliano!".

Effettivamente, mi piacerebbe un giorno visitare Pitigliano, una cittadina della Provincia di Grosseto con una storia molto importante.
Essa è ribattezzata "la Piccola Gerusalemme", per la presenza di una storica comunità ebraica, nata dopo che gli ebrei espulsi dallo Stato Pontificio tra il 1569 ed il 1593 si stabilirono lì.
Forse, quello che sto per scrivere sembrerà "cattivo" nei confronti del mio paese, Roncoferraro, in Provincia di Mantova, ma amo scrivere quello che penso.
Io penso che un uomo debba sempre essere curioso e penso anche che debba sempre essere alla ricerca di cose da sapere e da conoscere.
Sia ben chiaro, non è mia intenzione essere cattivo con Roncoferraro ma dico che io sono una persona sempre alla ricerca e che il contesto che mi sta intorno (con tutto il rispetto) non mi offre quello che cerco, a parte alcune cose storiche rilevanti nella frazione di Governolo (penso, per esempio, a quello che accadde nel 1526, quando calarono i lanzichenecchi) o la questione del campanile della località di Barbassolo e del rapporto tra la scultura in esso incastonata, le statue-stele di Pontremoli (in Provincia di Massa Carrara) ed i Liguri.
Tra l'altro, mi sono anche un po' appassionato di storia ebraica, cosa che potrebbe coinvolgere anche parte della mia famiglia, essendo il cognome di mia madre "Messina".
I cognomi legati ai nomi di città sarebbero legati agli ebrei-spagnoli emigrati in Sicilia nel 1492.
Non è detto che ci sia un'origine ebraica della famiglia di mia madre ma non è neppure impossibile.
Io sono sempre alla ricerca.
Voglio conoscere tante cose, un po' come fece lo scrittore inglese Horace Walpole (24 settembre 1717-2 marzo 1797).
Figlio di Robert, il noto primo ministro operante sotto re Giorgio I, Horace Walpole scrisse "Il castello di Otranto", precursore del romanzo gotico.
A lui, ho dedicato questa mia poesia in maccheronico-siciliano e in italiano:

AD MEMORIAM HORATII

Pirchì l'arti amastivu...
accussì d'anni antiqui...
dâ scriptura...comu di fidi...
o vui, dâ casa di Walpole...
Horatius, ca opira facistu...
dû casteddu Idrunti...
cum sapiri justu...
comu 'n anni vostri si fici...
accussì 'n seculu chistu.

A MEMORIA DI ORAZIO

Perché l'arte amaste...
così d'anni antichi...
della scrittura...come di fede...
voi, della casa di Walpole..
Orazio, che opera faceste...
del castello di Otranto...
con saper giusto...
come in anni vostri si fece...
così in secolo questo.

Ammiro tanto ciò che fece Horace Walpole.
Egli fece una ricerca profonda della storia del suo Paese, il Regno Unito, prima dello scisma operato da re Enrico VIII nel 1534.
Nella sua villa di Strawberry Hill, nel Twickenham, egli mise insieme una collezione di oggetti artistici antichi legati al cattolicesimo.
La volontà di sapere aiuta anche a conoscere sé stessi e la propria storia.
Nel 2014, io andai a Trento, con il Comitato Manifestazioni Roncoferraro.
La cosa che feci fu entrare nel duomo, per recitare una preghiera e per potere vedere un luogo che fu teatro di un evento importante come il famoso concilio (1545-1563), un concilio con cui si tentò di ricomporre l'unità della chiesa dopo la nascita del protestantesimo.
Nel 2016, andai a Bologna, sempre con il Comitato Manifestazioni Roncoferraro.
Visitai il santuario della Madonna di San Luca ed entrai dentro la sagrestia, per consegnare un omaggio fatto a nome dell'associazione.
Così, potei vedere le opere d'arte del luogo.
Quest'anno, sono stato a Bergamo, sempre con la medesimo associazione.
Ho visitato tutte e tre le chiese della Piazza Vecchia: la cattedrale, la basilica di Santa Maria Maggiore e la Cappella Colleoni.
Se andassi a Gerusalemme, io visiterei volentieri i luoghi santi e quelli legati alle Crociate.
Penso alla storia di re Baldovino IV (1161-16 marzo 1185), detto il re lebbroso, per la sua malattia.
Quando vado in Sicilia, a Galati Mamertino, vado spesso a visitare il sito che fu del castello di epoca araba e poi normanna.
Io sono esattamente questo.
Sono una persona che prende il sapere sul serio.
La titolare dell'azienda presso cui lavoro attualmente mi dice sempre che dovrei avere un po' più di "sano menefreghismo" per le cose che riguardano la vita.
Non le do torto perché tendo a prendermela quando c'è un pettegolezzo su di me e tendo a prendere le cose sul serio anche quando mi dovrei astenere dal farlo.
Questo può essere deleterio.
Per contro, però, è questo mio "non essere menefreghista" a fare sì che io sia sempre alla ricerca del sapere.
Se fossi un menefreghista, non scriverei neppure su "La Civetta".
Questo mi aiuta a mantenermi vivo.


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