In quell'omicidio è morto Soumayla Sacko, un bracciante maliano che era andato in una vecchia fornace dismessa per portarsi via delle lamiere.
L'indagato è Antonio Pontoriero, un agricoltore vibonese di San Calogero di 43 anni, che è padrone del terreno su cui vi è l'ex-fornace.
Pontoriero è indagato per omicidio volontario.
Ora, esprimo un mio parere.
A San Ferdinando vi è una baraccopoli piena di migranti che lavorano come braccianti.
Della vicenda, parla "Il Foglio", in questo articolo di Marianna Rizzini.
Questo ne è uno stralcio:
"Una moglie, una famiglia e una bambina, in Mali, attendono il rimpatrio della salma. I carabinieri, in Calabria, notificano un avviso di garanzia. Il neopresidente del Consiglio Giuseppe Conte, in Senato, dopo due giorni di criticato silenzio del neogoverno, apre una parentesi nel discorso programmatico (applaudita, a differenza del resto, anche dalla minoranza). Il sindacato Usb continua la mobilitazione, fino alla manifestazione nazionale del 16 giugno. Lui, la vittima, Soumayla Sacko, bracciante maliano e attivista sindacale di 29 anni, ucciso da un colpo in testa partito dal fucile di un uomo bianco sceso da una Panda bianca, sabato 2 giugno, in una vecchia fornace abbandonata nei pressi di San Calogero, mentre Soumayla con due amici cercava lamiere da usare per sistemare una baracca della baraccopoli di San Ferdinando, vive nelle foto incollate sul cartone, portate lunedì in corteo dagli altri braccianti. Maliani e non solo, per la maggior parte regolarmente in Italia come Soumayla – che aveva il permesso di soggiorno ed era arrivato più di otto anni fa – e per la maggior parte, come Soumayla, immersi nella ripetività senza respiro di quello che viene chiamato lo “svincolo”: il punto dove ci si mette la mattina presto, ad aspettare il lavoro da 2 o 3 euro all’ora. Uomini e caporali. “Cinquanta euro al mese, neanche da poterci fare colazione tutti i giorni”, dice al Foglio l’esponente sindacale Usb Aboubakar Soumahoro, denunciando le condizioni d’impiego e “il mancato inserimento abitativo di questi braccianti”. Si raccolgono agrumi, Piana di Gioia Tauro. Dodici ore se si “prende” la giornata. Prima e dopo c’è la baraccopoli o la tendopoli, rimasta senz’acqua per due giorni, hanno detto ieri alcuni braccianti intervistati dalla tv locali, mentre uno di loro, con la maglia a righe bianche e nere della Juventus, protestava per la sorte mediatica toccata all’amico ammazzato innocente, ma nelle prime ore trattato, secondo alcuni titoli cubitali sul web, come il ladro che non era. E c’è, dice Soumahoro, la “comunità” che chiede ora “verità” e da tempo “giustizia” (sociale e abitativa), comunità della baraccopoli e della tendopoli nata dopo la cosiddetta “rivolta di Rosarno”, nel 2010, in anni di governo Berlusconi, con Roberto Maroni ministro dell’Interno, e cresciuta negli anni, ma sempre tra baracche e tende. (Sulla Stampa, così l’ha descritta Nicolò Zancan: un luogo che si è “trasformato in una specie di città… senza acqua, senza bagni, senza diritti. Ma piena di esseri umani. Lavoratori. Fino a cinquemila persone nelle pozzanghere d’inverno, nel caldo soffocante d’estate”).".
Il problema sta nel fatto che queste baraccopoli esistano
In un Paese civile e moderno, esse non dovrebbero esistere.
Ricordo un piccolo particolare: l'Australia non accetta immigrati clandestini perché non vuole barboni per strada.
Perché qui in Italia non si è fatto altrettanto?
Perché qui in Italia sono stati fatti entrare dei migranti che qui non sarebbero dovuti entrare?
Questo è il punto.
Queste baraccopoli si sono formate perché sono state fatte entrare delle persone che non sarebbero dovute entrare in un Paese che era già di per sé in fase recessiva.
Ancora oggi, l'Italia non va bene, al di là dei vari indici telematici e non.
Per esempio, ci sono ancora tanti italiani poveri e tanta gente è senza lavoro.
Sono stati fatti entrare i migranti in un Paese in queste condizioni.
Evidentemente, qualcuno ha avuto l'interesse a fare ciò.
Del resto, basti leggere il libro di Mario Giordano che è intitolato "Profugopoli".
Oggi, si paga il prezzo di ciò.
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