Il succitato quotidiano riporta i dati della "Fondazione Hume", quella che ha tra i docenti anche Luca Ricolfi.
Questo è lo stralcio dell'articolo:
"Premettiamo che non si tratta di un centro studi di area leghista, ma totalmente indipendente e di area liberal. L'analisi approfondita, titolata Crimine e Immigrazione in Italia, è stata realizzata dal sociologo della Sapienza Luigi Maria Solivetti, il quale ha raccolto una montagna di dati e confrontato diversi studi già effettuati nel mondo occidentale. Per motivi di spazio, ne illustreremo solo i punti salienti focalizzando l'attenzione sul nostro Paese. L'Italia, secondo lo studio, rappresenta un caso critico in Europa. Fino al 1993 la popolazione immigrata era lo 0,4%, ma dagli anni Novanta ha avuto una tumultuosa crescita dei flussi tanto da arrivare, nel 2017, a una popolazione immigrata straniera pari al 10,2% del totale (circa 6,05 milioni). «Questo rapido e incontrollato incremento di flusso immigratorio scrive il professor Solivetti - avveniva nonostante l'alto tasso di disoccupazione (circa 10% della forza lavoro 1995-2015), l'elevato livello d'ineguaglianza economica, la rigidità del mercato del lavoro e il basso livello della libertà economica: tutti aspetti sfavorevoli all'integrazione e al benessere economico degli immigrati». In pratica, sostiene il sociologo, le principali teorie criminologiche suggeriscono alti tassi di delinquenza nella popolazione straniera immigrata. Sì, avete capito bene. In una società dove ci sono difficoltà a integrarsi, gli immigrati spesso tendono a compiere crimini anche perché hanno meno possibilità di «raggiungere il successo o il benessere» lecitamente.".
Mi sembra normale che sia così.
Quando manca completamente il lavoro e non c'è possibilità di creare benessere si delinque per sopravvivere.
Ora, il nostro Paese non ha lavoro.
Non c'è lavoro manco per noi italiani.
Da qui nascono i problemi con i migranti, i quali (non trovando il benessere che si aspettavano) delinquono e delinquono più di quanto delinquiamo noi italiani, dato che noi abbiamo ancora un "senso della dignità".
Loro, invece, non hanno nulla da perdere e sono disposti a tutto.
Inoltre, molte di queste persone arrivate qui in Italia non sono ingegneri o persone di alto livello né sono persone specializzate in qualche materia ma sono per lo più dei poveretti, tra i quali non vi sono solo dei disperati onesti che cercano un futuro migliore ma vi sono anche persone con un passato poco specchiato.
Inoltre, molte di queste persone arrivate qui in Italia non sono ingegneri o persone di alto livello né sono persone specializzate in qualche materia ma sono per lo più dei poveretti, tra i quali non vi sono solo dei disperati onesti che cercano un futuro migliore ma vi sono anche persone con un passato poco specchiato.
Questo è il quadro della situazione.
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