L'articolo è un commento al libro del filosofo canadese John Lachs che è intitolato "Lasciare in pace gli altri. Una prospettiva etica".
Riporto questo pezzetto dell'articolo:
"Un padre o una madre che riconoscono libertà di scelta al figlio non lo fanno perché si disinteressino del suo destino. Al contrario, essi hanno compreso che si cresce nella libertà e nella capacità a far fronte ai problemi. Continuare a pescare per gli altri, invece che far sì che essi usino la canna per appropriarsi del pesce di cui hanno bisogno, alla lunga non aiuta, ma produce proprio il risultato opposto.
Secondo Lachs queste considerazioni valgono anche per le società estese. Ed egli evidenzia come gli stessi orsi del parco di Yellowstone, con l'arrivo di grandi quantità di visitatori, abbiano smesso di andare a caccia e abbiano finito per collocarsi lungo il percorso delle auto. Ora essi ricevono cibo dai turisti, finendo per dipendere del tutto dalla bontà della gente. Quello che è vero per gli orsi lo è allo stesso modo per gli esseri umani, così che la storia di come l'assistenzialismo pubblico ha distrutto economicamente il Mezzogiorno è lì a dimostrare la bontà dell'assunto del filosofo nordamericano.
Lachs non nega certo che vi sia un dovere morale di aiutare gli altri, né contesta che la generosità sia una virtù. Nel corso del libro ci fa però comprendere come la prima forma di attenzione al prossimo stia nel riconoscere la dignità altrui e, oltre a ciò, nel cercare di capire cosa aiuti davvero a crescere. Riecheggiando un celebre passo di Kant, egli sottolinea insomma che prima di essere benevolenti dovremmo essere rispettosi, non usando violenza su chi non sta facendo del male al nessuno. In secondo luogo è importante che si commisurino i mezzi ai fini, perché se una decisione assunta per alzare i bassi redditi produce un peggioramento dei medesimi, il dolce sentimento filantropico che l'ha ispirata non basta a farla considerare saggia.".
Questo discorso va molto bene ed è condivisibile.
Anzi, esso dovrebbe valere per tutti: dalle singole persone allo Stato.
Ogni persona deve avere il diritto sacrosanto di potere dire la sua finché non fa del male ad altri e di avere la sua dignità.
Per esempio, una persona che irride o che insulta un'altra per quello che pubblica su Facebook va contro il principio.
Una persona che dice ad un'altra che "non dovrebbe pubblicare nulla su Facebook perché altrimenti rischia di non trovare lavoro" va esattamente contro questo principio.
Oltretutto, il fatto che un'azienda non assuma una persona semplicemente per le sue opinioni (a prescindere dal fatto che esse siano lesive o meno per la medesima) va contro questo principio.
Lo stesso discorso vale per uno Stato che opprime il cittadino con una burocrazia elefantiaca e che tassa a più non posso, senza controllare minimamente la spesa pubblica.
Lo stesso discorso vale anche per l'immigrazione.
Non si possono accogliere tutte le persone che vengono qui da noi senza porre delle regole e senza tenere conto delle reali condizioni del Paese che dovrebbe accogliere va contro quel principio della dignità e dell'essere lasciati in pace.
Questo è quanto.
Nessun commento:
Posta un commento