Vi invito a leggere questo articolo scritto su "La Civetta" da Giuseppe Salomone.L'ho riportato nella foto qui sopra.
Da un bel po' di tempo, collaboro con questa rivista dell'Associazione Culturale "Pensiero e Tradizione" di Mantova.
In particolare, vi consiglio di leggere questo passaggio:
"Sua Maestà ha espresso il preciso ordine che si agisca in modo deciso contro l'influenza degli elementi italiani ancora presenti in alcune regioni della Corona e, occupando opportunamente i posti degli impiegati pubblici, giudiziari, dei maestri, come pure della stampa, si operi nel Tirolo del Sud, in Dalmazia e sul Litorale per la germanizzazione e la slavizzazione di detti territori a seconda delle circostanze, con energia e senza riguardo alcuno".
Queste parole sono di un verbale del Consiglio della Corona dell'Impero Austro-Ungarico che fu redatto il 12 dicembre 1866.
In pratica, cosa accadde.
Fino al 1859, il Regno Lombardo-Veneto era parte dell'Impero Austro-Ungarico.
Nel 1859, la Lombardia passò al Regno di Sardegna.
Nel 1866, fu la volta del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia, ad eccezione di Trieste.
Questa cosa fece incattivire gli austriaci, che decisero di procedere con la germanizzazione del Trentino e alla slavizzazione di Trieste, dell'Istria e della Dalmazia, mandando in quelle zone elementi germanici e slavi.
Questa prima "pulizia etnica" (la seconda fu fatta da Tito e dai suoi partigiani comunisti jugoslavi) non fu cruenta ma ci furono esodi massicci, mentre popolazioni di ceppo slavo (che erano ritenute più affidabili) venivano importate in Istria e in Dalmazia.
Quando Trieste, l'Istria e la Dalmazia, con il Trentino e l'Alto Adige, passarono all'Italia (dopo la I Guerra Mondiale) gli italiani di quelle zone tornarono.
Da qui nacquero una serie di vendette incrociate tra gli italiani nativi (che volevano riavere i loro beni) e gli slavi importati.
Questo fu il prodromo di quello che durante la II Guerra Mondiale fecero Tito ed i suoi partigiani comunisti jugoslavi, nel genocidio che compirono.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
Suggerisco la visione (o la lettura) di "Magazzino 18" di Simone Cristicchi, opera che racconta la verità sulle foibe.
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